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Il ministro Galletti visita i cantieri del Bisagno e del Fereggiano

La visita ha avuto un prologo scientifico con la presentazione di due studi: uno misura gli effetti delle opere di messa in sicurezza nel bacino del Bisagno e l'altro sullo stato delle conoscenze sugli eventi meteorologici in Liguria

Sopralluogo oggi ai cantieri della copertura del Bisagno e dello scolmatore del Fereggiano del ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti, accompagnato dal responsabile di #italiasicura Mauro Grassi, dal coordinatore dell'Ufficio II Rischi Idrogeologici e Antropici della Protezione Civile, Roberto Oreficini Rosi, insieme al sindaco Marco Doria, all'assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Genova Giovanni Crivello e all'assessore alle Infrastrutture della Regione Liguria Giacomo Giampedrone.

La visita ha avuto un prologo scientifico con la presentazione in anteprima nazionale degli studi della Fondazione Cima-Centro Internazionale in Monitoraggio Ambientale, l'ente di ricerca con sede a Savona che opera con 80 ricercatori in Italia e in 32 Paesi nel mondo con analisi e progetti in materia di mitigazione del rischio, protezione civile e biodiversità.

Il professore Luca Ferraris, vicepresidente della Fondazione, ha presentato lo studio che, applicando la piattaforma per analisi multi rischio RASOR (Rapid Analysis and Spatialization of Risk), misura gli effetti delle opere di messa in sicurezza nel bacino del Bisagno e un secondo studio sullo stato delle conoscenze sugli eventi meteorologici in Liguria.

Considerata l'area che ripetutamente nell'arco di decenni ha subito i maggiori danni per le alluvioni e avendo come parametro di riferimento l'evento del 2014, lo studio dimostra come l'effetto combinato dello scolmatore del Fereggiano e della nuova copertura del Bisagno riduca fortemente gli impatti sia in termini di numero delle persone potenzialmente coinvolte (da circa 13 mila a mille), che di danni agli edifici (da cento a 10 milioni), che di effetti sociali. Fatto salvo che l'obiettivo principale è la sicurezza delle persone, ipotizzando una serie sfortunata di eventi alluvionali come quelli che hanno caratterizzato gli ultimi quarant'anni, lo studio dimostra anche una convenienza economica di lungo periodo: l'investimento di 251 milioni sarebbe rimborsato in circa 50 anni.

Il secondo studio della Fondazione Cima analizza la formazione di temporali persistenti e organizzati sul golfo ligure. Fenomeni ricorrenti e molto simili tra loro che nascono dalla combinazione di aria fredda e secca proveniente da nord con aria umida proveniente da sud est; l'incontro crea una sorta di orografia virtuale, innescando celle temporalesche che vengono trasportate verso la costa, dando luogo a precipitazioni di fortissima intensità. La riproduzione virtuale ex-post di questi processi è stata possibile grazie alle piattaforma Drhim (Distributed Research Infrastructure for Hydro-Meteorology Study), che sfruttando il centro di supercalcolo dell'università di Monaco di Baviera permette di raggiungere risoluzioni dettagliate fino a 200 metri.
 
Allo stato attuale per ottenere simulazioni così dettagliate sono necessarie 20 ore di calcolo per 24 ore di previsione, ma grazie ai rapidi progressi della tecnologia entro qualche anno queste informazioni potranno diventare facilmente accessibili. Oggi la scienza sa di non saper comprendere a pieno quando e dove questi temporali persistenti e organizzati si generano, ma è in grado di calcolare gli impatti che possono provocare.

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