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Politica Cornigliano

Commissione a porte chiuse sull'Autoparco di Villa Bombrini, bagarre in aula e proteste

Allontanati dall'aula alcuni cittadini di Cornigliano e Andrea Agostini, ambientalista di Legambiente che il Movimento 5 Stelle aveva portato come esperto

Bagarre in aula, urla e proteste dentro e fuori dall'aula durante la commissione a porte chiuse che era stata convocata nella Sala Rossa di Tursi sulla questione relativa all'autoparco di Villa Bombrini, una scelta che aveva già attirato le proteste di residenti del quartiere e di esponenti delle opposizioni.

La seduta della commissione consiliare era stata convocata, a porte chiuse, alle ore 9.30 di venerdì 28 febbraio 2020, ma è stata sospesa dopo circa quindici minuti di bagarre dal presidente Vittorio Ottonello per la presenza di persone non ammesse in aula tra le proteste dei consiglieri delle opposizioni e di alcuni residenti di Cornigliano che il presidente ha chiesto di far allontanare agli agenti della polizia locale.

La seduta è poi ripresa intorno alle 9.50, spiegando che la presenza di esperti sarebbe stata permessa solo in via telefonica ma le proteste non si sono placate, una persona è stata anche portata fuori dall'aula a braccia dalla forza pubblica, si tratta di un noto attivista genovese di Legambiente, Andrea Agostini, che il Movimento 5 Stelle aveva portato in aula in qualità di esperto. Luca Pirondini, consigliere del M5s ha pubblicato un video sulla propria pagina Facebook attaccando la giunta: «Viene allontanato a forza l'esperto del nostro gruppo, senza che esista un'ordinanza che dica che questa cosa può essere fatta. Un episodio, a nostro avviso, vergognoso».

Intorno alle 10 è stata poi convocata una riunione dei capigruppo, per provare a rassenare il clima in aula, ma poi la presidenza ha deciso di procedere con il dibattito lasciando la parola ai consiglieri di Pd, Lista Crivello e Movimento 5 Stelle, che hanno protestato contro le modalità scelte dalla giunta per questa commissione e per la volontà del sindaco Bucci di non confrontarsi con gli abitanti di Cornigliano.

VIDEO | Commissione consiliare nel caos, ambientalista portato fuori di peso 

Il Partito Democratico aveva anche presentato nei giorni scorsi un esposto contro la decisione della giunta Bucci di convocare a porte chiuse la commissione consiliare relativa alla realizzazione del parcheggio per camion e tir nell'area limitrofa a Villa Bombrini nel quartiere di Cornigliano.  Una scelta non gradita agli abitanti del quartiere che già da un mese stanno protestando contro questa ipotesi, con diverse associazioni del territorio sul piede di guerra.

Il gruppo consiliare del Pd di Genova, in una nota, aveva attaccato la giunta: «Mentre la Regione rinvia le sedute del Consiglio Regionale, in Comune il centrodestra prova il blitz e convoca in via di urgenza venerdì mattina una Commissione consiliare a porte chiuse per approvare una delibera di giunta che, modificando l’Accordo di Programma e le norme urbanistiche, autorizza un autoparco  per mezzi pesanti a Cornigliano. Per noi si tratta di un atto grave e spropositato. Non c’è nessuna ragione che giustifichi l’urgenza, se non la volontà della giunta Bucci di assumere una decisione così rilevante senza un confronto con i corniglianesi, con le categorie economiche e con le realtà associative del quartiere. Abbiamo chiesto inutilmente che la commissione fosse rinviata per permettere la partecipazione dei cittadini interessati. Continueremo a combattere l’arroganza della Giunta, a partire dall’esame dei documenti di bilancio, per cui abbiamo chiesto il voto su ogni singolo documento come da regolamento. Ci auguriamo che la maggioranza impieghi il molto tempo che passeremo in Consiglio per comprendere la responsabilità storica della sua decisione, che calpesta decenni di conquiste e di accordi. E lo fa senza nemmeno il coraggio di guardare i corniglianesi negli occhi».

Proteste contro la decisione di svolgere la commissione a porte chiuse erano arrivate anche dai consiglieri comunali della Lista Crivello, da Italia Viva e dalla Camera del Lavoro della Cgil di Genova, attraverso il segretario generale Igor Magni, che aveva sottolineato: «Certamente va trovata una soluzione per collocare i mezzi, ma andrebbe trovato uno spazio consono e seguendo le procedure che in casi come questo non possono essere dimenticate, a partire da una discussione che avrebbe dovuto coinvolgere in primis i corniglianesi, perché lo spazio del quale si parla attualmente è quello destinato come previsto dall’Accordo di programma, relativo alle aree ex ILVA restituite alla città e come indicato anche dal PUC, a parco urbano. In relazione a questo è del tutto evidente che l’Accordo di programma è legge dello Stato e come tale, anche se temporanea, ogni variazione rispetto ai contenuti previsti va discussa da tutti i soggetti firmatari dell’accordo e poi approvata all’unanimità. Così come è evidente che deve essere variato anche il PUC che prevede appunto un altro utilizzo di quello spazio. Ogni forzatura di queste regole non solo violerebbe la legge ma metterebbe a rischio l’operazione stessa, se mai fosse condivisa, tanto che la ormai ex Presidente della Società per Cornigliano, Cristina Repetto dimessasi nei giorni scorsi, ha dichiarato alla stampa come l’esigenza di assecondare i bisogni di crescita e di ripresa dell’attività portuale comportino una profonda revisione e ripensamento dei piani strategici per l’impiego delle aree affidate alla società, evidenziando la complessità di un’operazione che  riguarda spazi previsti per la riqualificazione del quartiere. Quando si incrociano esigenze diverse, di soggetti diversi, bisogna saper mediare tra le parti e cercare soluzioni utili e condivise seguendo le leggi dello stato e le normative previste; anche perché il territorio di Cornigliano e i propri cittadini hanno dato molto a tutta la nostra città in questi anni, ma non sono ancora stati realmente risarciti, restando in molti casi un territorio sul quale la concentrazione di servitù sembra non avere limiti, come se si fosse identificata una predisposizione particolare al sacrificio di questo territorio. Si sentano anche le ragioni degli autotrasportatori che da troppi anni aspettano una soluzione dignitosa e definitiva: chi opera nel settore non è un lavoratore di serie b  e deve trovare servizi e spazi adeguati che attraverso il confronto possono essere identificati. Ci sono aree male o impropriamente utilizzate che vanno restituite ai progetti della città».

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