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Ucraina, Toti: "Chi dice no a fornire armi rinnega i partigiani morti"

Per il presidente della Regione Liguria "le parole della senatrice Segre sono definitive: oggi 'Bella Ciao' deve essere cantata per i difensori ucraini. E oggi chi si riempie la bocca di antifascismo deve dire una parola di chiarezza"

Il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti torna sulla questione delle armi all'Ucraina: sull'argomento si era già espresso un mese fa, dicendo che chi dice no all'invio delle armi dimentica la Resistenza. E su questo si era scontrato direttamente con l'Anpi

Toti è tornato sul tema il 24 aprile, alla vigila della festa della Liberazione, rispondendo con una frecciata anche a coloro che chiedono al centrodestra una presa di posizione netta sul 25 Aprile: "Ha ragione chi oggi chiede di essere netti tra fascismo e antifascismo. Peccato che chi lo sta chiedendo spesso stia dalla parte, o si accompagni, con chi il fascismo lo giustifica. Sto parlando di chi oggi sostiene l'equidistanza tra Russia e Ucraina, di chi sostiene che un Paese invaso e un invasore siano paragonabili così come un aggressore e un aggredito. Chi oggi crede che non si debba aiutare la resistenza ucraina per non causare spargimento di sangue, dovrebbe sostenere che nella Seconda Guerra Mondiale sarebbe stato meglio non opporsi all'invasione dei nazisti, perché farlo avrebbe causato vittime e dolore. Chi oggi sostiene di non fornire armi ai resistenti ucraini, rinnega i partigiani morti imbracciando un mitra inglese o americano".

Toti ha affidato le sue parole ai social: "Oggi il fascismo sta dalla parte dell'equidistanza, dell'indifferenza, o peggio della contiguità con l'invasione, semplicemente perché non si vuole riconoscere la superiorità del sistema democratico occidentale. Le parole della senatrice Segre sono definitive: oggi 'Bella Ciao' deve essere cantata per i difensori ucraini. E oggi chi si riempie la bocca di antifascismo deve dire una parola di chiarezza. In guerra non ci sono sfumature: o stai con gli invasori o con le democrazie occidentali che a Kiev difendono i valori di libertà di tutti noi".

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