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Bus, i sindacati minacciano: «Senza accordo il 10 marzo sarà sciopero»

Le associazioni sul piede di guerra dopo le condizioni dettate dall'azienda per l'utilizzo del fondino da 12 milioni: «Necessario sbloccare le assunzioni»

Nessun esodo coatto, sblocco delle assunzioni e chiarezza per quanto riguarda il trattamento economico: queste in estrema sintesi le richieste dei sindacati del trasporto regionale ligure, che hanno proclamato uno sciopero regionale di 24 ore il prossimo 10 marzo dopo il mancato accordo con le aziende sull’utilizzo dei 12 milioni di euro messo nel cosiddetto “fondino” dalla Regione.

Istituito per favorire l’esodo anticipato dei lavoratori e tagliare così i costi, il fondino ha dato il via a un braccio di ferro tra sindacati e aziende (Amt e Atp per Genova, Tpl per Savona, Atc per La Spezia ed Rt per Imperia), con i primi decisi a non firmare alcun accordo in assenza di un piano più preciso sul futuro dei dipendenti. L’incontro è avvenuto martedì in Regione alla presenza dell’assessore ai Trasporti Vesco, e si è concluso con un nulla di fatto: «Abbiamo ritenuto il documento che ci hanno presentato Regione ed enti locali irricevibile, non utile come base di partenza, perché scarica i costi sui lavoratori chiedendoci in cambio normative e orari che non erano previsti. Noi ragionavamo in termini di organico, e vogliamo che vengano sostituiti quei lavoratori necessari a garantire il servizio», ha fatto sapere Camillo Costanzo della Filt Cgil, aggiungendo che «da rapporti ufficiali risulta che mancano 50 autisti, mentre altri 50 sono in straordinario. Se andassero via, come è possibile, 120 autisti con il fondino, mancherebbero 220 autisti, ed è impensabile che i lavoratori lavorino mezz’ora in più e che vengano ridotte le loro condizioni economiche. Vogliono prendere due piccioni con una fava, utilizzando i soldi del fondino come meglio credono».

Tra le condizioni poste dalle aziende per la firma dell’accordo ci sono infatti il blocco delle assunzioni, l’obbligo al carico del personale indiretto di essere messo in prepensionamento (senza dunque la volontarietà) e l’inserimento nel fondo soltanto di personale indiretto che maturerà i requisiti pensionistici entro il 2018. A complicare ulteriormente la situazione, il fatto che «non ci sia alcuna volontà effettiva di costituire l’associazione temporanea di impresa e partecipare al bando di gara», che nelle intenzioni della Regione dovrebbe partire entro la fine di marzo.

«Oggi il servizio viene garantito con 120mila ore di straordinario l’anno, che equivalgono a 40-50 autisti - ha spiegato ancora Antonio Cannavacciolo della Uil Trasporti - non è accettabile che Amt preveda di far accedere agli esodi solo gli indiretti, mentre gli autisti hanno il carico più usurante. Oltretutto un nuovo assunto costerebbe il 50% in meno rispetto a un anziano, i costi verrebbero quindi notevolmente abbattuti anche con gli esodi, garantendo però il servizio e il futuro delle aziende».

Lunedì alle 14 la Regione ha convocato un nuovo incontro con aziende, enti locali e sindacati per discutere nuovamente della questione, ma il clima continua a essere teso: «Noi siamo disponibili a un discorso vero, che verifichi quante assunzioni ci devono essere per garantire il servizio e l’utilizzo dei fondi messi a disposizione».

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