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Abuso di alcol: Liguria terza in Italia, è allarme

La regione, per quanto riguarda il consumo di alcol, è al terzo posto in Italia. Secondo le statistiche, nel 2013 i soggetti in carico ai Nuclei operativi alcologia (Noa) della Regione Liguria per dipendenza da alcol sono stati 1808

Ieri durante la seduta del consiglio regionale, Maurizio Torterolo (Lega Nord Liguria-Padania) con un'interrogazione, sottoscritta anche dagli altri componenti del suo gruppo, Francesco Bruzzone ed Edoardo Rixi, ha segnalato che il consumo precoce di bevande alcoliche è diventato un fenomeno nazionale, seguendo mode provenienti da altri paesi, ma che è particolarmente diffuso nelle zone dell'entroterra ligure dove si comincia a bere tra gli 11 e 14 anni.

Torterolo ha ricordato che la Liguria, per quanto riguarda il consumo di alcol, è al terzo posto in Italia. Il consigliere ha rilevato che l'alcol risulta essere la prima causa di morte nei giovani al di sotto dei 24 anni e il terzo fattore di rischio e di disabilità nella popolazione in generale. «L'Istituto superiore di sanità conferma che il 20% della popolazione maschile e il 10% della popolazione femminile rischia non solo di sviluppare alcol-dipendenza, ma soprattutto malattie derivanti da abuso di alcol».

Torterolo ha aggiunto che ogni mese al Gaslini, secondo Gianni Testino, responsabile del Centro alcologico regionale, accedono ragazzini sotto i 14 anni colpiti da intossicazione acuta da alcol con i rischi che ne conseguono soprattutto sul fegato e che nel centro alcologico regionale sono numerosi i ragazzi seguiti con meno di 24 anni. Torterolo ha chiesto, quindi, quali controlli e verifiche siano stati eseguiti in merito a queste problematiche da parte della Regione Liguria e quali iniziative abbia intrapreso, o intende intraprendere per risolvere il problema evidenziato con particolare riferimento ai modi e ai tempi.

Per la giunta ha risposto l'assessore alla salute Claudio Montaldo che ha riportato i dati rilevati dall'Osservatorio epidemiologico regionale delle dipendenze nell'ambito della legge quadro in materia di alcol e dei problemi correlati (125/2001).

Secondo le statistiche, nel 2013 i soggetti in carico ai Nuclei operativi alcologia (Noa) della Regione Liguria per dipendenza da alcol sono stati 1808. Il 70 per cento sono maschi. Nel 2013 i soggetti presi in carico per la prima volta sono stati il 20 per cento con un aumento rispetto all'anno precedente. Infatti nel 2012 i nuovi soggetti con dipendenze da alcol erano il 16 per cento. Le classi più rappresentate sono quelle fra i 40 e i 49 anni (595 persone) e fra i 50 e i 59 anni (542 unità), ma significativa è la percentuale dei ventenni (74) e dei trentenni (248).

«Gli interventi di educazione alla salute e prevenzione – ha detto Montaldo – sono stati attivati soprattutto nelle scuole medie inferiori e nelle medie superiori. Nel progetto unplugged si è svolta attività di formazione per un gruppo di educatori dapprima sulle dipendenze e da quest'anno anche sul gioco patologico. L'attività di supporto è stata realizzata tramite l'uso di social network con due pagine Facebook e un apposito blog. È stato poi attivato il programma "Salute e benessere degli adolescenti" che comprende sette progetti specifici. In Liguria sono, inoltre, attivi progetti di prevenzione degli incidenti stradali per guida in stato di ebbrezza con somministrazione gratuita dell'alcol test. Una offerta specifica è stata dedicata alla popolazione femminile. Altre iniziative il progetto "Giovani protagonisti e consapevoli" e la mostra "Informato & Connesso". Fra i temi quelli dell'alcol, della guida sicura, del cibo e dei disturbi alimentari, della sessualità sicura con lo scopo di sensibilizzare i ragazzi a stili di vita consapevoli. Ogni giorno i Sert della Regione Liguria svolgono il lavoro di presa in carico di giovani che si trovano ad incontrare» . Concludendo Montaldo ha ammesso che: «Nonostante il vasto programma di attività, il problema esiste e c'è ancora molto da fare soprattutto nei confronti dei giovani».

Torterolo ha replicato: «È proprio l'ammissione che c'è ancora tanto da fare che mi spaventa. Io sono abbastanza preoccupato perché quello che c'è da fare è talmente vasto che alcune amministrazioni hanno stipulato convenzioni con le ditte dei trasporti per lo spostamento giovani all'uscita dai locali in sicurezza da una località all'altra. Il controllo col palloncino o il ritiro delle patenti di guida non può essere l'unico sistema per affrontare il problema: occorre una formazione e una educazione dei giovani che oggi ancora non manca».

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