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Agevolazioni comunali, nuovi parametri oltre all'Isee: più peso alla famiglia

Approvato dal consiglio comunale con i voti della maggioranza un regolamento che aggiunge nuovi elementi di valutazione per l'accesso a determinate tipologie di prestazioni sociali agevolate

Con i voti della maggioranza e l'astensione dell'opposizione il consiglio comunale di Genova ha approvato la proposta del capogruppo di Forza Italia, Mario Mascia per l'istituzione del "Regolamento per l'applicazione dell'Isee (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) ai servizi e alle prestazioni sociali agevolate comunali". Un regolamento che, di fatto, aggiunge nuovi elementi di valutazione (oltre ai classici parametri Isee) per l'accesso a determinate tipologie di prestazioni sociali agevolate e che ha validità per le prestazioni erogate sia dal Comune di Genova sia da Enti Gestori di servizi.

Le disposizioni del nuovo regolamento trovano una prima applicazione relativamente ai servizi e prestazioni di servizio sociale, di supporto alla casa, alla mobilità, allo sport e ai servizi educativi scolastici. 

Sono previsti numerosi nuovi elementi da tenere in considerazione, tra i quali molti legati alla situazione familiare come i seguenti.

  • Elementi legati al numero, al tipo e all’età dei componenti del nucleo familiare: single o monogenitore, monogenitore con figli minori, se anche vedovo con figli minori, coppia con almeno un infraquarantenne. Ma anche il numero di figli nelle varie fasce di età, l'eventuale presenza di gemelli o la presenza nel nucleo familiare di anziani di età pari o superiore agli 80 anni.
  • Elementi legati alla condizione lavorativa come monogenitore lavoratore, entrambi i genitori di cui uno solo lavoratore o presenza nel nucleo familiare di almeno un componente disoccupato.
  • Elementi riferiti alla presenza di disabili nel nucleo familiare, sia maggiorenni che minorenni.
  • Elementi di grave esclusione abitativa nel caso di persone senza tetto o senza casa o di sistemazioni insicure o inadeguate.

"Gli ulteriori criteri di selezione adottati - sottolinea il capogruppo di Forza Italia Mario Mascia - comprendono non solo i componenti della famiglia anagrafica e quelli fiscalmente a carico ma anche i soggetti conviventi, effettivamente coabitanti col richiedente nel luogo della sua residenza anagrafica alla data di presentazione della dichiarazione sostitutiva unica. I servizi interessati da questo regolamento sono i più vari e vanno da quelli di servizio sociale, a quelli di supporto alla casa, alla mobilità e ai trasporti, allo sport e ai servizi educativi e scolastici".

Il Partito Democratico, con la consigliera Cristina Lodi, aveva chiesto una sospensiva per valutare meglio le effettive esigenze dei cittadini sui servizi sociali, ma la richiesta non è passata. Il sindaco Marco Bucci, intervenuto in Sala Rossa, ha invece sottolineato l'importanza di questo nuovo regolamento e di un voto condiviso: "Si tratta di un significativo passo avanti - ha sottolineato - per andare incontro alle esigenze di tante famiglie e cittadini e un voto all'unanimità sarebbe un bel segnale su una tematica del genere". A Bucci ha poi risposto ancora la consigliera Lodi, che ha contestato le parole del sindaco prima del voto. La minoranza si è quindi astenuta.

I capigruppo di maggioranza cofirmatari della proposta Lorella Fontana (Lega), Marta Brusoni (Vince Genova), Alberto Campanella (Fratelli d'Italia) e Mario Baroni (Cambiamo con Toti) hanno commentato: "Da oggi il Comune ha in mano uno strumento in più per attuare politiche di sistema a favore delle famiglie genovesi. In questo modo gli approcci parcellizzati imposti dalle situazioni emergenziali  come la pandemia, potranno lasciare spazio sempre maggiore a quelli strutturali, che puntano a premiare ed incentivare i vincoli di solidarietà insiti nella coabitazione effettiva, grazie ai quali le famiglie come si è sperimentato durante i lockdown, funzionano come formidabili ammortizzatori sociali naturali e luoghi d'elezione per coltivare l'umanità delle relazioni, il rispetto della dignità di ogni persona ed il mutuo aiuto intergenerazionale, non solo economico, tra nonni, padri, madri, figli e nipoti".

La consigliera del Pd Cristina Lodi commenta invece amareggiata: "Serviva un maggiore approfondimento, ma la maggioranza ha scelto di andare avanti nella votazione sprecando un’importante occasione di confronto. Abbiamo segnalato più volte in Commissione la mancanza di un’analisi del bisogno prima di proporre questa regolamentazione. Eppure, sono molti i nuovi dati demografici e socio economici a disposizione del Comune, ad esempio quelli collegati alle richieste dei buoni spesa Covid. L’amministrazione, dove purtroppo manca un assessore ai Servizi sociali, avrebbe dovuto avviare un percorso che, partendo dall’analisi dei bisogni, affrontasse una riorganizzazione dei servizi in base alle vecchie e alle nuove povertà, prevedendo infine la regolamentazione dell’accesso alle prestazioni, nell’ottica di una maggiore equità. Questo regolamento si scontra con l'indirizzo della Pubblica Amministrazione a livello nazionale che chiede la semplificazione e la dematerializzazione dell'accesso ai servizi pubblici. Inoltre, si sminuisce il lavoro professionale dell'assistente sociale che oggi più che mai va sostenuto nell'ottica della formulazione di progetti individuali".

"Il Pd - conclude - ha provato comunque a migliorare il testo della maggioranza, proponendo una serie di ordini del giorno e ottenendo la rielaborazione dei dati statistici e socio e economici della città per ripensare i servizi insieme ai rappresentanti del Terzo settore e la costituzione di diversi tavoli di lavoro: sulle vecchie e nuove povertà, con le organizzazioni sindacali per potenziare il numero di assistenti sociali a disposizione del Comune, sull’emergenza casa con Prefettura, Anci, organizzazioni sindacali ed enti coinvolti in questa tematica".

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