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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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In Italia si torna in miniera? Lo scottante tema del titanio nel Parco del Beigua

In un'intervista il ministro parla dell'estrazione dei minerali in Italia

Minerali rari che provengono dalla terra, essenziali per costruire batterie e immagazzinare l'energia prodotta da fonti rinnovabili: così il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, come riporta un'intervista rilasciata oggi a Il Foglio, ha aperto una serie di tavoli per discutere della bozza del regolamento presentato dall'Unione Europea con l'obiettivo di ridurre la dipendenza di materie prime da un singolo paese oltre il livello del 65 per cento. Come? Con l'estrazione e la produzione, lo smaltimento e il riciclo, utilizzando il Fondo europeo per gli investimenti strategici.

Il ministro in sostanza spiega che l'Italia ha le carte per giocare una partita importante: insomma, le batterie nascono dalle miniere e - per non dover dipendere dalla Cina - la direzione è quella di tornare a scavare, anche sfidando i cosiddetti "Nimby" (not in my backyard). Sempre l'articolo riporta che delle 34 materie prime definite "critiche", l'Italia ne possiede 15, di cui 8 estraibili in pochi anni con le tecnologie moderne. È possibile già mappare una serie di regioni ricche di minerali interessanti: la Liguria ad esempio ha il rame, ma non solo. Come spiega anche Il Foglio e come più volte riportato anche da GenovaToday, sotto il terreno del Parco del Beigua è stimato che si trovi uno dei più grandi giacimenti di titanio a livello mondiale.

Ed è un tema scottante anche se non riguarda propriamente la costruzione di batterie perché è dagli anni '70 che si parla di questo territorio, da quando gli occhi delle compagnie estrattive si sono posate sul suo giacimento (qui la storia). Nonostante la ferma opposizione dei Comuni e dell'ente parco (riconosciuto Unesco Global Geopark), è da anni che la Cet, Compagnia Europea per il Titanio, chiede di poter scavare. Lo scorso maggio, il Tar ha confermato il divieto di effettuare ricerche minerarie nell'area ma la Cet ha presentato ricorso al Consiglio di Stato. 

E dunque ogni volta che si parla di materie prime e miniere, sindaci, cittadini e associazioni ambientaliste del territorio fanno un "salto sulla sedia" e cercano di tenere alta l'attenzione per non trasformare una vasta area naturale in una miniera con tutti i disagi che l'operazione comporterebbe dal punto di vista ambientale e turistico. Ma, nonostante il giacimento record, anche Il Foglio ribadisce che la zona è stata inserita in un parco nazionale protetto e l'idea di accedervi, dunque, è quanto meno irrealistica

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