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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Raccolta rifiuti porta a porta, da gennaio il via nei quartieri collinari

I genovesi producono ogni anno 528 chili di spazzatura a testa. I cassonetti in funzione permetterebbero in teoria una raccolta differenziata al 60 per cento, ma se ne raccoglie invece il 37, contro il 50 previsto

Per la commissione VI Sviluppo Economico è il secondo incontro sul tema dell'Amiu e della gestione dei rifiuti; ne seguiranno altri nelle prossime settimane. Nella riunione di ieri Amiu ha presentato una relazione “corale” sui progetti per incrementare la raccolta differenziata a Genova.

Insieme al presidente dell'azienda, Marco Castagna, hanno contribuito a una dettagliata esposizione, nell'ordine: Ivan Strozzi direttore generale, Mauro Cerulli responsabile dei servizi sul territorio comunale, Massimo Bizzi responsabile dei progetti speciali, Mariella Maffini consulente, Luca Zane responsabile della comunicazione sulla raccolta differenziata, Alba Ruocco dirigente dei sistemi informativi.

Dal resoconto si è appreso che i genovesi producono ogni anno 528 chili di spazzatura a testa. I cassonetti in funzione permetterebbero in teoria una raccolta differenziata al 60 per cento, ma se ne raccoglie invece il 37, contro il 50 previsto. 

A questo risultato scarso contribuiscono certamente l'orografia della città, ma anche l'atteggiamento della popolazione rispetto al problema. Basti pensare che nel 2014 Amiu ha raccolto ogni mese 620 materassi abbandonati per strada, mentre nel 2015 ne ha raccolto finora 1.200 al mese.

Il tipo di intervento attuale è quello che si definisce “raccolta stradale di prossimità”, con cassonetti di dimensioni più o meno grandi. Per un'utenza di 150mila cittadini si raccoglie anche la frazione organica. Ci sono poi 4 isole ecologiche. 

Tutto questo apparato produce comunque un risultato modesto; è perciò necessario un cambiamento di strategia.

Il territorio genovese rende molto problematica la pratica del porta a porta, diffusa in vaste parti dell'Italia settentrionale, tuttavia partirà a gennaio la fase sperimentale del nuovo servizio di raccolta porta a porta di organico, plastica e lattine, vetro, carta, cartone e secco non riciclabile, che interesserà gli insediamenti collinari di Quarto Alto, Colle degli Ometti, Biscione, quartiere San Pietro. Alle circa 4.500 famiglie interessate Amiu consegnerà 5 contenitori di colore diverso, detti “mastelli”, per le varie tipologie di rifiuto. Saranno impilabili e funzionanti anche se sovrapposti, progettati per non essere aperti da animali e per essere molto stabili. I cittadini potranno esporre il contenitore solo quando sarà pieno, a parte quello della frazione organica che sarà ritirato più di frequente.

In un secondo momento sarà messa a sistema la raccolta presso le grandi utenze, uffici pubblici, ospedali e mense; in primo luogo si interverrà sull'umido, poi, in collaborazione con il Comieco, Consorzio nazionale per la raccolta di carta e cartone, ci sarà una riorganizzazione della raccolta di tale materiale, che tuttora finisce in discarica per il 20%.

Tutti i mastelli avranno un codice identificativo rilevabile in radiofrequenza dalla macchina che esegue il ritiro. Così si potrà conoscere con buona approssimazione il tipo e la quantità dei rifiuti prodotti da ogni utente.

Genova nel prossimo futuro continuerà a rivolgersi all'esterno per lo smaltimento dell'umido, non essendo al momento disponibili soluzioni sul territorio regionale.

Si sta predisponendo un protocollo d'intesa tra Comune, Amiu e Conai (Consorzio Nazionale Imballaggi) per la predisposizione da parte del Conai di un piano di fattibilità del sistema integrato della gestione dei rifiuti per la città di Genova.

L'azienda sta studiando nuove strategie di comunicazione per ottenere un sempre maggiore coinvolgimento di cittadini, commercianti, scuole.

Varie richieste di precisazione sono venute dai consiglieri intervenuti, che in generale hanno rimproverato ad Amiu scarso rispetto del contratto di servizio, lentezza nelle scelte, poca incisività e tempi di realizzazione lunghi anche per il cambiamento in atto. Guido Grillo (Pdl) e Lucio Padovani (Lista Doria) hanno richiamato anche le responsabilità della politica degli scorsi decenni; Clizia Nicolella (Lista Doria) ha sollecitato un cambiamento radicale nella gestione dei rifiuti dei servizi pubblici, mentre Antonio Bruno (Fds) ha posto il problema del porto e delle stazioni ferroviarie, paventando una gestione separata e senza controllo; Stefano De Pietro (M5s) ha proposto di andare incontro alle esigenze dei cittadini con una differenziazione delle modalità di raccolta, sul modello di Parma, che sanziona le inadempienze ma offre agli utenti modalità diversificate per l'utilizzo del servizio.

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