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«A Genova serve anche un biodigestore», insufficiente per Legambiente il nuovo impianto

Nel comune di Genova si raccolgono 52.702,75 tonnellate all'anno di frazione organica di rifiuti, di questo se ne ricicla solo 13.993,44 t/anno (26,55%)

Presto partiranno i lavori per la costruzione del nuovo impianto per il trattamento meccanico-biologico (Tmb) a Scarpino da parte di Iren Ambiente, che permetterà al Comune di Genova di migliorare le performance ambientali che sono tra le peggiori del nord Italia: nel 2019 a Genova la quantità di raccolta differenziata si è fermata al 35,5%.

«I dati riportati, che sono quelli del Dgr 940/2020 della Regione Liguria, evidenziano come Genova rappresenti il fanalino di coda della regione, sia nella differenziata che nella raccolta della frazione organica - dichiara Federico Borromeo, direttore di Legambiente Liguria -, quindi non possiamo che accogliere favorevolmente l'annuncio dell’apertura dell'impianto (Tmb) per il trattamento dei rifiuti, ma ci preme ricordare che per la chiusura del ciclo è necessario, soprattutto a Genova, un impianto per la biodigestione. La frazione più importante che deve essere trattata è quella organica, per questo sarebbe necessario costruire biodigestori capaci di far fronte alle esigenze territoriali, producendo biometano e compost di qualità».

Per quanto riguarda la percentuale di frazione organica raccolta nei comuni capoluogo, dai dati emerge che la percentuale alla Spezia è 88,40, Imperia è all'83,13%, Savona al 43,59% e Genova ultima con il 26,55%. Nel comune di Genova si raccolgono 52.702,75 tonnellate all'anno di frazione organica di rifiuti, di questo se ne ricicla solo 13.993,44 t/anno (26,55%) «è chiaro come si producano i rifiuti utili per alimentare un biodigestore», conclude il Direttore ligure dell’associazione ambientalista. 

Borromeo ricorda ancora come lo slogan lanciato durante l’Ecoforum dello scorso anno dal presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani fosse: rifiuti zero, impianti mille, proprio per sottolineare come per raggiungere gli obiettivi a sostegno dell’economia circolare è necessario affiancare alla raccolta differenziata un sistema impiantistico per ogni provincia capace di riciclare anche la frazione organica dei rifiuti, senza che questi vengano esportati, con il conseguente sovraccosto economico che il 'turismo dei rifiuti' verso altre regioni comporta oggi a carico dei cittadini.

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