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Inquinamento dei mari, Goletta Verde: «In Liguria 10 punti con carica batterica elevata»

I campionamenti effettuati nelle scorse settimane nelle acque della nostra regione evidenziano irregolarità soprattutto alle foci dei fiumi e in presenza di scarichi: a Genova 3 zone fortemente inquinate

Partita dalla Spezia il 18 giugno, la Goletta Verde di Legambiente continua la sua navigazione nei mari italiani per monitorare il livello d’inquinamento delle acque. E i risultati, per quanto riguarda la Liguria, non sono incoraggianti: sui 23 punti monitorati nella nostra Regione, 10 hanno rivelato cariche batteriche elevate.

Legambiente ha effettuato campionamenti tra il 9 e l’11 giugno, analizzandoli nel laboratorio mobile e concentrandosi sui parametri microbiologici (enterococchi intestinali, Escherichia coli): sono stati considerati come “inquinati” i risultati che hanno superato i valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) e “fortemente inquinati” quelli che hanno superato di più del doppio tali valori.

I punti scelti sono stati individuati dalle segnalazioni non solo dei circoli di Legambiente ma degli stessi cittadini attraverso il servizio Sos Goletta. In particolare, il monitoraggio prende in considerazione il campionamento dei punti critici che vengono principalmente scelti in base a un “maggior rischio” presunto di inquinamento, e dunque foci dei fiumi, torrenti, gli scarichi e i piccoli canali che spesso si trovano sulle spiagge, veicoli principali di contaminazione batterica dovuta all’insufficiente depurazione dei reflussi urbani che attraverso i corsi d’acqua arrivano in mare. 

Per quanto riguarda la Liguria, a Genova e provincia sono stati effettuati 4 campionamenti, tre dei quali “fortemente inquinati”: uno nel capoluogo, alla foce del torrente Nervi; uno alla foce del Rio Poggio a Bogliasco (giudicato potenzialmente ad alta frequentazione di bagnanti), e uno allo sbocco del canale presso la foce del torrente Entella tra Chiavari e Lavagna. Unico punto risultato nella norma, quello alla spiaggia di Boccadasse in piazza Nettuno, a Genova.

Maggiori i punti monitorati nel resto della Liguria, in particolare:

- In provincia di Imperia, cinque i punti monitorati, di cui due giudicati “fortemente inquinati”: alla foce del torrente Argentina a Taggia e alla spiaggia di fronte Rio Caravello a Riva Ligure. Entro i limiti di legge gli inquinanti riscontrati nei prelievi effettuati alla foce del fiume Roja a Ventimiglia; alla spiaggia di fronte il torrente San Romolo a Sanremo e alla spiaggia presso via delle Magnolie a Diano Marino;

- In provincia di Savona, dei cinque monitoraggi due sono stati giudicati “fortemente inquinanti”: la situazione più critica sicuramente alla foce del torrente Maremola che riceve lo stesso giudizio per il quarto anno consecutivo: i nostri tecnici hanno constatato la totale assenza di cartelli di divieto di balneazione. Altro punto critico, allo allo sbocco del canale su lungomare Diaz a Ceriale. Nessun problema riscontrato alla foce del fiume Centa ad Albenga; alla spiaggia di fronte il fiume Pora, a Finale Ligure e alla foce del torrente Quiliano a Savona;

- In provincia di La Spezia nove i punti monitorati, di cui tre che hanno evidenziato cariche batteriche elevate: presso lo scarico sotto il belvedere di località Manarola a Riomaggiore (con alta presenza di bagnanti) e alla spiaggia di San Terenzo (di fronte canale lato est) a Lerici entrambi giudicati “fortemente inquinati”; alla foce del torrente Parmignola, giudicato “inquinato”, dove anche in presenza del divieto di balneazione è stata constatata la presenza di persone. Nella norma gli altri prelievi effettuati a Marinella di Sarzana; alla spiaggia di piazza Garibaldi a Monterosso al mare; alla foce del Rio Corniglia a Vernazza; alla spiaggia Fiumaretta a Ameglia; alla spiaggia di fronte Rio Castagnola tra Deiva Marina e Framura e alla spiaggia Venere azzurra a Lerici.

Resta inoltre molto da fare, secondo Legambiente, anche sul fronte dell’informazione ai bagnanti: la cartellonistica in spiaggia è ancora troppo scarsa, nonostante che da tre anni sia scattato l’obbligo per i Comuni di apporre pannelli informativi circa la qualità delle acque. Nei 23 punti monitorati solo in sei i tecnici di Goletta Verde ne hanno riscontrato la presenza. Anche quelli di divieto di balneazione mancano: solo in due punti rispetto ai cinque dove non vengono eseguiti campionamenti da parte delle autorità competenti o risultano non conformi alla balneazione sono presenti cartelli.

Dal viaggio della Goletta Verde, dunque, emerge un quadro preoccupante per quanto riguarda l’inquinamento marino: ancora oggi in Italia circa il 25% delle acque di fognatura viene scaricato in mare, nei laghi e nei fiumi senza essere opportunamente depurato. Legambiente ricorda inoltre che la Penisola è soggetta a tre procedure di infrazione emanate dalla Commissione Europea nel 2004, nel 2009 e nel 2014le prime due delle quali sono già sfociate in condanna. Per la procedura di infrazione 2004/2034 la sanzione prevista è di 62,7 milioni di euro una tantum a cui si aggiungono 347 mila euro per ogni giorno (61 milioni di euro a semestre) sino a che non saranno sanate le irregolarità. 

In Liguria (dati Italia Sicura, la Struttura di Missione della Presidenza del Consiglio dei Ministri) sono nove gli agglomerati in procedura d’infrazione (Ventimiglia, Laigueglia, Andora, Alassio, Ceriale, Pietra Ligure, Cengio, Lavagna e Riva Trigoso) e altrettanti quelli già condannati (S. Margherita Ligure, Rapallo, Recco, Quinto, Finale Ligure, Borghetto Santo Spirito, Albenga, Imperia, Riva Ligure).

«La salute dei nostri mari è sempre più a rischio a causa della maladepurazione, dei rifiuti galleggianti e spiaggiati e delle continue illegalità ambientali, che seguitano a sfregiare coste e territori italiani - ha commentato Mattia Lolli, portavoce di Goletta Verde - Purtroppo i risultati deludenti in prossimità di foci e canali non ci sorprendono dal momento che il problema riguarda non solo le aree costiere ma interessa gran parte del territorio nazionale. Il nostro monitoraggio ha l’obiettivo di non fermarsi alla sola denuncia, ma soprattutto di avviare un approfondimento e confronto per fermare l'inquinamento da mancata depurazione che si riversa in mare. Ora c’è la legge sugli ecoreati, che prevede anche il reato di inquinamento ambientale, valido strumento contro chi continua a scaricare illegalmente nei fiumi e nel mare».

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