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Branzini e scorfani "senzatetto" dopo la fine di Expo, l'Acquario accoglie i pesci del Kuwait

La struttura genovese ospiterà gli esemplari che sino allo scorso 31 ottobre hanno nuotato nella scenografica fontana che ha accolto tanti visitatori durante l'intera durata della manifestazione

Dopo 6 mesi di Expo, non sono soltanto i padiglioni e tutto ciò che contengono a dover trovare una nuova destinazione d’uso dopo lo smantellamento, ma anche gli arredi. Compresi i pesci, almeno per quanto riguarda il padiglione del Kuwait, che per accogliere i visitatori aveva approntato una scenografica fontana in cui sguazzavano ignari scorfani, branzini e mormore che al termine della kermesse milanese si sono di fatto ritrovati senza casa.

Fortunatamente per loro, in soccorso è arrivato l’Acquario di Genova, che ha deciso di accogliere gli sfortunati pesci nella struttura genovese grazie a una collaborazione avviata proprio con il Kuwait: il loro arrivo dal capoluogo lombardo è stato fissato per oggi, con un’operazione portata avanti dal personale dell’Acquario, dallo staff di Panaque Srl (la società che si è occupata dell’allestimento della vasca) e dal Gruppo Nussli, responsabile della gestione e dello smantellamento del padiglione, che si sono occupati di trasportare gli esemplari e di trasferirli in vasche curatoriali preparate appositamente per loro e non visibili al pubblico.

I pesci trascorreranno dunque un periodo di quarantena lontano dai visitatori, durante il quale lo staff dell’Acquario li terrà d’occhio per verificare il loro stato di salute, per poi venire inseriti in diverse vasche di ambiente mediterraneo, loro habitat naturale. Un’iniziativa ufficializzata con la visita genovese, prevista per mercoledì 4 novembre, di Mazen Alamari, direttore del padiglione del Kuwait, che incontrerà il direttore generale di Costa Edutainment, Roberto Foresti, che gli mostrerà la struttura genovese insieme con i responsabili del settore Mediterraneo e un rappresentante del Comune di Genova.

«Abbiamo accettato con entusiasmo la donazione – è stato il commento di Foresti – che ci consente da un lato di agire in maniera sostenibile nell’uso delle risorse naturali, e dall’altro di avviare una collaborazione con un paese che costituisce per noi una possibile area di possibile sviluppo turistico futuro».
 

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