Fratto_X: Rezza e Mastrella al Teatro della Tosse
Dal 31 gennaio al 2 febbraio sarà protagonista al Teatro della Tosse Antonio Rezza con Fratto_X, il suo nuovo spettacolo scritto insieme a Flavia Mastrella, che ha riempito i teatri italiani nel corso dell’ultima stagione. Lo spettacolo sarà in scena alle ore 20.30 e la domenica alle 18.30.
Una testa-palloncino esplode perché «La spensieratezza va stroncata alla nascita».
Basterà questo incipit a dar la misura di quel che è ci aspetta con il nuovo formidabile spettacolo firmato dalla premiata ditta Mastrella-Rezza? Perché vedere Antonio Rezza abitare le scene di Flavia Mastrella è un evento cui non si può mancare. L'habitat creato Flavia Mastrella, illuminato come un'immagine digitale, è il luogo dove Rezza inciampa, si muove, inventa. Lunghi lenzuoli si allungano sul palcoscenico, citando la X del titolo, avvolgendo e trasformando il suo abitante, impegnato a dar vita a figure antropomorfe e a una comicità surreale che si prende gioco dei tic della contemporaneità. L’ho già detto e lo ripeto, un evento che non potete mancare.
Ad Antonio Rezza e Flavia Mastrella è stato assegnato il Premio UBU speciale 2013 per il lucido percorso di scavo nella crudeltà ottenuto attraverso il genio sfrenato di un attore e l’intuito plastico di un’artista visiva originale. Capaci di creare drammaturgia a partire da un disarmante trasformismo, e sempre concentrati sulle bassezze dell’umanità – intime e manifeste, individuali e collettive –, i due artisti plasmano una materia dagli esiti estremamente comici e spiazzanti creando un linguaggio feroce che nella sua misteriosa iperbole riesce a toccare anche un grado nascosto della grazia.
Performer e giullare contemporaneo, Antonio Rezza nei suoi spettacoli «semina potenza», come egli stesso ha affermato, e così è per «Fratto_X» firmato dalla premiata ditta Mastrella-Rezza, vincitrice del Premio Hystrio-Altre Muse 2013. L'habitat creato dalla sua partner artistica Flavia Mastrella, illuminato come un'immagine digitale, è il luogo dove Rezza inciampa, si muove, inventa. Lunghi lenzuoli si allungano sul palcoscenico, citando la X del titolo, avvolgendo e trasformando il suo abitante, impegnato a dar vita a figure antropomorfe e a una comicità surreale che si prende gioco dei tic della contemporaneità. Frasi caustiche come «La spensieratezza va stroncata alla nascita», dopo aver fatto esplodere la testa-palloncino di un robot giocattolo che si aggira sul palcoscenico, sono la struttura portante e al tempo stesso sfuggente del testo definito dallo stesso Rezza «mai scritto».
FRATTO_X
La storia
Il telecomandato gira in cerchio: la spensieratezza non ha luogo. Entra la ferraglia con la pelle appesa.
E con la voce forte. Si gira e se ne va. Urla da lontano parole piene d’eco.
Torna e se ne va. L’eco ammutolisce. Un taxi perduto è un lamento mancato, disperazione
in cerchio con autocritica fasulla, vittimismo di regime, modestia tiranna e tirannia del
consueto. Tutto ciò che si assomiglia va al potere. E Rocco e Rita a fare uno il verso non
dell’altro ma dell’uno. A imitar se stessi c’è sempre da imparare. Ma chi imita se stesso è la
cancrena nell’orecchio di chi ascolta. E marcisce l’ambizione. L’ansia non è uno stato
d’animo ma un errore posturale. Forma e demenza non viaggiano mai sole. Tra le dune di
un deserto, uccelli migratori volano felici sulla testa di due uomini sereni, lievemente
turbati dall’arroganza del potente di turno, essere antropomorfo con le braccia malformate
dal compromesso elettorale. La cultura è fatta a pezzi da chi ama sceneggiare. E poi la voce
di uno fa parlare l’altro che muove la bocca per sentito dire. E si lamenta del suo poco
parlare con la voce che lo fa parlare. Litiga con la voce che lo tiene al mondo. Applausi a chi
ha ben poco da inchinare. Rarefatta dalla santità, Rita da Cascia oltraggia la provenienza, si
ama non per sentimento ma per residenza: siamo sotto un fratto che uccide, si muore per
eccessiva semplificazione. Il lottatore di sumo desume che dedurre è un eccesso. Sindoni a
confronto con cartoni animati redentori. Guerrieri di ritorno da niente e specchi carnefici a
mettere parole in bocca allo specchiato.
F.M. e A.R.
Note di Antonio Rezza
Si può parlare con qualcuno che ti dà la voce?
Si può rispondere con la stessa voce di chi fa la domanda?
Due persone discorrono sull’esistenza.
Una delle due, quando l’altra parla, ha tempo per pensare: sospetta il tranello ma non ne
ha la certezza.
La manipolazione è alla base di un corretto stile di vita. Per l’ennesima volta si cambia
forma attraverso la violenza espressiva. Mai come in questo caso o, per meglio dire, ancora
come in questo caso, l’odio verso la mistificazione del teatro, del cinema, della letteratura,
è implacabile. Il potere sta nel sopravvivere a chi muore. Noi siamo pronti a regnare.
Bisognerebbe morire appena un po’ di più.
Note di FlaviaMastrella
L’habitat Fratto_X è un impeto da suggestioni fotografiche. Le immagini raccontano la
strada che corre e l’impossibilità di agire. Scie luminose si materializzano con l’inquietante
delicatezza dei fiori visti da vicino. Come anche Fratto_X è un ideogramma, insegue la
leggera freschezza vibrante del tratto e il colore saturo dell’immagine in 3d. Una distesa di
pelle calda organizza figure antropomorfe, sommerse dalla carne e dalla carnalità, vittime
disponibili alla persuasione di massa. L’inutilità permea e comprime i personaggi che si
affacciano da un divieto X. La Sedia, mezzo mutante color azzurro, pelle e ruggine, è presa
in prestito dal teatro di narrazione. Il Telecomandato geneticamente alterato e il Miracolo
dell’urbanizzazione sono sculture mobili dipendenti. La carcassa del guerriero viene
riproposta come presenza epica solo nella forma e nell’atteggiamento.