Not here not now, Andrea Cosentino sul palco della Tosse
Dopo l'incontro di Villa Croce, Andre Cosentino sale sul palco del Teatro della Tosse dal 6 all’8 febbraio, alle ore 20.30, per lo show NOT HERE NOT NOW, just another fucking theatre entertainment.
Un incontro/scontro da teatranti con la body art, il lazzo del clown che gioca con il martirio del corpo come testimonianza estrema. Marina Abramovic dice: il teatro, il cinema, l'arte sono limitate, essere spettatori non è un'esperienza. L'esperienza bisogna viverla.
“Theatre is very simple: in theatre a knife is fake and the blood is ketchup. In performance art a knife is a knife and ketchup is blood”.
Il resoconto di un'esperienza attiva con Marina Abramovic, sotto forma di dramoletto polifonico. Un assolo da stand up comedian per spettatori fatalmente passivi e programmaticamente maltrattati, con pupazzi parrucche martelli di gomma e nasi finti. E ketchup, naturalmente.
“Not here, not now”: Cosentino e lo sberleffo alla Abramovic per interrogarsi sul senso dell’arte. Esperimenti poco estremi di body art di un Cosentino con naso finto e lunga treccia, impaurito e incredulo artista dal nome non noto. È Accecovic quando s’infilza gli occhi con un cotton fioc, Albuiovic quando affronta l’oscurità, Agrumovic quando addenta un limone intero, Astemiovic quando resiste a un bicchiere di vino, Apiedovic quando attraversa a piedi la città con le buste del mercato.
Un Andrea Cosentino capace di capovolgere il silenzio del pubblico in risate a ripetizione Faccio arte su ciò che non capisco, premette da subito. Questa sarà la base della sua ironica critica verso il lavoro di Marina Abramovic, per la quale l’esperienza artistica va vissuta in prima persona e non da spettatore. Una performance in cui si accoltella per davvero con un coltello finto – potremmo dire – spruzzando poi fiotti di ketchup al posto del sangue. Sangue finto con cui, per terra, per chi non lo avesse capito, con quel didascalismo naif proprio di certa arte visiva, traccia la scritta che fa da etichetta al suo gesto performativo intriso di finto dolore.
Cosentino ancora una volta si mostra per quello che è: un’artista provocatorio in continua evoluzione che non ha paura di uscire dagli schemi, ed è proprio attraverso questo processo che riesce a dare ancora una volta da pensare, a stimolare quel senso di criticità e perspicuità nei confronti dell’arte e della vita.
Di e con Andrea Cosentino, regia Andrea Virgilio Franceschi, produzione Pierfrancesco Pisani. In coproduzione con Kilowatt Festival, Litta_Produzioni, Associazione Olinda, Infinito srl, Fondazione Campania dei Festival - E45 Napoli Fringe Festival