“I mille del ponte” al Teatro Modena, dedicato alla costruzione del nuovo ponte di Genova
Da martedì 31 gennaio a domenica 5 febbraio va in scena al Teatro Modena uno spettacolo dedicato ai lavoratori che hanno costruito il nuovo ponte di Genova. La memoria è necessaria per capire il presente e il futuro. E un evento terribile e tragico come il crollo di ponte Morandi, che resterà per sempre inciso nella pelle di Genova, può essere ricordato non solo per il lutto che ha causato, ma anche per l’immediata reazione che ha suscitato. “I mille del ponte” vuole essere questo: un racconto “a stazioni” che parla delle vite e dell’impegno profuso dai lavoratori che hanno costruito il nuovo ponte di Genova.
Nato da una idea dello scrittore e giornalista Pietrangelo Buttafuoco, diventato in breve tempo testo teatrale grazie a Massimiliano Lussana, affidato alla regia esperta di Alessio Pizzech, e con le musiche di un talento istrionico come Mario Incudine, “I mille del ponte” potrebbe essere definito uno spettacolo “epico” che, nella forma del “Teatro Canzone”, narra di una meravigliosa avventura, realizzata in tempi record. Racconta, in definitiva – dice l’autore – «dell’Italia migliore che riscatta l’Italia peggiore».
Ecco, allora, una carrellata di personaggi e di storie, che intreccia i saldatori a Renzo Piano, gli ingegneri agli addetti al serraggio, gli autisti agli avvocati, i barellieri ai medici, fino ai notai, che hanno fatto di tutto per evitare gli espropri delle case sotto il Ponte. Insomma, un omaggio ai lavoratori e a quella genialità fattiva, che a volte l’Italia sa dimostrare e che si è concretizzata nel Ponte di luce. E poi, sempre con la musica, c’è il racconto di cos’è Genova e di cosa sono i Genovesi: città e cittadini fatti di mille campanili che si incontrano e si ritrovano nel loro modo migliore solo nelle disgrazie. E infine, scrive Lussana, «a far da contraltare al racconto nei vicoli e nelle strade di Genova, ecco un viaggio in Sicilia con quel ponte che non c’è sullo stretto come metafora di tutto questo».
Foto: teatronazionalegenova.it