Amanda Sandrelli al Teatro Cargo con "Maternity Blues"
In un ospedale psichiatrico giudiziario si incontrano quattro donne che hanno ucciso i loro bambini.
Sono la dolce Marga, l’aggressiva Eloisa, la giovanissima Rina e la più consapevole Vincenza.
Maternity Blues è infatti una denominazione della depressione post-partum. Chiuse all’interno dell’OPG, le quattro protagoniste trascorrono il loro tempo espiando una condanna, che è soprattutto interiore, per il gesto che ha vanificato anche le loro esistenze. Dalla convivenza forzata – che genera la sofferenza di leggere la propria colpa in quella delle altre – germogliano amicizie, spezzate confessioni, un conforto senza consolazione.
Elena Arvigo – qui regista ed attrice – sceglie di parlare di un argomento tanto delicato e antico quanto attuale: Medea è l’eterna domanda sulla legittimità di dare la vita e di dare la morte. Quattro storie di donne: madri infanticide che vediamo chiuse, recluse, in uno spazio angusto, ciascuna con il proprio mondo di ricordi, libri, sigarette, lettere. Sono là a condividere e reinventarsi “dopo”: dopo il buio di quel gesto, di un istante che ha diviso il mondo e la vita in due metà.
Lo spettacolo è tratto dal libro di Grazia Verasani, a cui si è ispirato anche il film di Fabrizio Cattani.