"Se questo è un uomo" di Primo Levi al teatro Modena
Una voce inconfondibile, mite e salda: «Considerate che questo è stato». È la voce di Primo Levi, del testimone, di colui che si fa memoria attraverso la parola. Una voce che nella sua semplicità ricostruisce la storia.
Nel centenario della nascita di Levi, Valter Malosti dirige e interpreta "Se questo è un uomo" (dal 23 al 27 febbraio 2022 al teatro Modena) confrontandosi direttamente con il romanzo, dando corpo e presenza, dunque, a quella voce raccolta in una struggente opera prima, il libro più atroce e bello del ventesimo secolo. «Volevo creare un’opera – dice Malosti – che fosse scabra e potente, come se quelle parole apparissero scolpite nella pietra. Spesso ho pensato al teatro antico mentre leggevo e rileggevo il testo. Da qui l’idea dei cori tratti dall’opera poetica di Levi detti o cantati. Da qui ha preso le mosse l’idea di utilizzo dello spazio. Una sorta di installazione d’arte visiva più che una classica messa in scena teatrale».
Sul tessuto sonoro di Gup Alcaro, e nella bella scenografia ideata da Margherita Palli, esplode il cortocircuito visivo tra la memoria del lager e le «nostre tiepide case», mutando il romanzo in preziosa opera acustica. Ma risultano fondamentali nel comporre la drammaturgia visiva anche il disegno luminoso di Cesare Accetta e i contributi video di Luca Brinchi e Daniele Spanò. L’esito è uno spettacolo potente e di grande nitore: un uomo solo, con il suo cappotto grigio e la sua valigia, si pone al centro della scena e lascia finalmente libero il suo dire, mentre due figure (affidate a Antonio Bertusi e Camilla Sandri) sono il contraltare, l’eco, il compimento simbolico della realtà.