Presentazione del romanzo noir "L'Iconomante" di Michele Branchi
Proseguono gli incontri di Satura: giovedì 18 aprile 2019 alle ore 18:00 presso Satura Palazzo Stella, con “Il mistero celato nel dipinto”, presentazione del libro di Michele Branchi “L’iconomante” (Vocifuoriscena, 2017) a cura di Mario Pepe e Laura Ghiron. Il romanzo, ambientato a Genova, percorre tutti i sentieri del giallo, del mistery, del noir storico, proponendosi come un gotico moderno sull’arte e sull’esoterismo pittorico.
“L’iconomante” ha solo l’apparenza del giallo: l’autore Michele Branchi, come Dürrenmatt, demolisce il genere inventando una storia con un substrato visionario e irrazionale, quasi un incubo, un’allucinazione collettiva. Gli interpreti sono spinti da forze oscure ad identificarsi con i personaggi che affollano una tela del pittore Alessandro Magnasco. Si tratta de il “Trattenimento in un giardino di Albaro” dipinto intorno al 1740 come ritratto dei membri della famiglia del marchese Saluzzo e conservato al Palazzo Bianco. Nell’opera del Magnasco sembra annidarsi il mistero di un complotto per uccidere uno dei personaggi che vi sono raffigurati. Quelli odierni, che sono i discendenti di quelli dipinti sulla tela, ossessionati e perseguitati da queste visioni, incaricano l’Iconomante, che è specializzato nello scrutare i lati oscuri dei dipinti, di interpretarne i messaggi reconditi. Il delitto avvenne il 23 giugno del 1740, ripetuto nel 1920 dai discendenti di quell’epoca e dovrà essere ossessivamente rieseguito dai personaggi odierni.
Dal punto di vista della costruzione formale, il romanzo è ben scritto e strutturato: nelle prime due parti lo stile è frenetico ed incalzante, adatto a descrivere gli incubi dei personaggi che si riconoscono nel dipinto del Magnasco e ne vengono fatalmente attratti. Nella terza parte, ambientata nella Genova del 1746, gli avvenimenti tragici della rivolta dei genovesi contro gli austriaci invasori sono trattati con grande capacità di narrazione corale. La realtà storica viene sapientemente arricchita dall’interpretazione esoterica dei misteri del dipinto del Magnasco, suggerendo una visione dell’arte come realtà sostitutiva da vivere all’interno delle sue apparenti finzioni.
Michele Branchi è nato e vive a Genova, dove si è laureato in Lettere con una tesi su Fëdor Dostoevskij. Ha iniziato il suo percorso artistico come attore teatrale (scuola dello Stabile di Genova, Centro Universitario Teatrale, compagnia Il Laboratorio). Dopo diversi anni di radio (emittenti private, Radio RAI Liguria) in veste sia di attore che di autore di testi propri e di adattamenti radiofonici da romanzi famosi, ha interpretato il ruolo del protagonista nel film prodotto da RAI TRE “Il Caso Bozano”.
L’ esordio nella narrativa è avvenuto nel 1990 col romanzo “Trittico del Tempo” (ERGA Edizioni Genova), noir storico innestato su tre piani temporali, incentrato sulla decifrazione di un mistero che lega il poeta Dino Campana alla fine tragica del pittore secentesco Pellegro Piola. Seguono “Focu e Faiddi” (ERGA Edizioni, 1996), “Dentro la Madre” (ERGA Edizioni, 1999). Con il romanzo “L’Infinito Buio” (Robin Edizioni, 2008) prende avvio una serie di noir imperniati sulla figura del commissario genovese Giorgio Capurro: “La donna del Seicento”, “Niuru il diavolo dei Nebrodi” (edizioni Memori Roma), “I Figli della Mente”, “Il sangue dell’anima”, “Terza Visione – Tre donne per il commissario Capurro” (Robin Edizioni, 2013), “Ianua – Capurro sulla soglia dell’abisso”, “Cinque colpi sulla foglia di platano”, “Le donne di Hopper” e “Chi aspettava muore”. Nel 2017 esce il romanzo “L’Iconomante”, la sua opera più ambiziosa e complessa.
Recensioni delle sue opere sono state pubblicate sulle pagine di «La Repubblica», «Il Secolo XIX», «La Sicilia», «Il giornale di Sicilia». I suoi libri figurano in molte biblioteche nazionali, americane e australiane.