Mettiamoci in gioco contro la violenza
È un convegno ricco di interventi, dove protagonisti sono gli studenti che racconteranno la loro esperienza, sia come discenti (durante il corso di formazione) e ora come esperti. Il progetto che verrà presentato, ideato dal Centro per non subite violenza, ha coinvolto studenti e studentesse di tutti gli ordini di scuola, in analisi e riflessioni proposte dalle operatrici del Centro.
“Mettiamoci in gioco contro la violenza” ha come finalità la prevenzione ed il contrasto alla violenza di genere, il riconoscimento degli stereotipi sociali e culturali, la consapevolezza e la gestione delle emozioni nelle relazioni interpersonali. Ha offerto strumenti di analisi e riflessione sul tema del comportamento e della gestione efficace del conflitto con il riconoscimento delle dinamiche violente e delle tipologie di violenza di genere.
Dai molti incontri realizzati nelle scuola (e che saranno presentati al convegno, come indicato nella locandina allegata), è scaturita l’idea di far diventare il progetto una esperienza di Alternanza Scuola-Lavoro: 9 studenti e 1 studentessa dell’I.T.T. L Nautico San Giorgio sono stati formati per diventare “esperti” e andare a proporre il tema della violenza ai bambini-e della scuola primaria e alle ragazzine-i delle scuole secondarie di 1° grado.
L ’esperienza di Alternanza Scuola –Lavoro è durata per ogni singolo studente una 40 ina di ore, 20 ore di formazione prima di entrare in aula e dalle 8 alle 16 ore come formatore nelle scuole di competenza di ognuno. Le operatrici del centro, hanno creato una metodologia sperimentale per far si che i ragazzi, oltre alle competenze sulla tematica della violenza, sapessero come stare in un aula con un ruolo diverso dall’abituale: tutti per 6/8 ore hanno assolto il ruolo di “aiuto formatori”, “tutor d’aula”, affiancando le operatrici del Centro per non subire violenza.
Al convegno verranno rappresentate tutte queste fasi, insieme alle metodologie di intervento, diverse rispetto alle classi e all’età degli studenti.
Un lavoro che ha coinvolto tutti, dagli insegnanti agli studenti e le loro famiglie che, attraverso il racconto ricevuto dai propri figli, hanno potuto acquisire una maggiore conoscenza, consapevolezza e sensibilità ai temi della violenza.
Con questo progetto si è costituita una rete tra scuole, studenti e famiglie: un triangolo facilitante la relazione e l’impegno sociale.