"Il Maestro e Margherita" al Teatro della Tosse
A cinquant’anni dalla sua pubblicazione, il capolavoro di Bulgakov diventerà un evento teatrale capace di fare interagire danza, teatro, musica e arte visiva. Dopo il successo di Orfeo rave Emanuele Conte e Michela Lucenti si confrontano con un capolavoro della letteratura russa e mondiale. Il Maestro e Margherita è parte del focus "La parola che danza al Teatro della Tosse": tre spettacoli tra teatro e danza, esito della collaborazione, partita nel 2015 fra lo storico teatro di Sant’Agostino e Balletto Civile. In programma fino all’11 febbraio, in debutto nazionale “Il Maestro e Margherita”, di Emanuele Conte e Michela Lucenti e a seguire “Bad Lambs”, dal 13 al 15 febbraio e “Nell’Aere/Inferno #5”, il 17 e 18 febbraio, entrambi firmati da Balletto Civile. Tre creazioni che raccontano di un teatro che non ha paura del “contagio” e che, anzi, lo ritiene la maniera più sensata per restare vivo.
Giunto a Mosca sotto le spoglie di un mago accompagnato da un bizzarro corteo di diavoli aiutanti, Satana sconvolge la pigra routine della capitale sovietica. Alle tragicomiche sventure di piccoli funzionari e mediocri burocrati della vita e dell’arte, fa da contrappunto la magica storia d’amore tra uno scrittore, il Maestro appunto, e Margherita, la sua inquieta e tenera amante. Tratto da un’opera complessa, pubblicata postuma, bruciata dall’autore nella prima versione per sfuggire alla censura, che intreccia diversi piani narrativi - l’amore tra il Maestro e Margherita, la storia di Pilato e la storia del Diavolo a Mosca – lo spettacolo sottolinea l’eterna lotta tra bene/male, colpa/innocenza, illusione/verità. Ci racconta in particolare della paura che suscita la verità. Un racconto corale - undici gli interpreti sul palcoscenico e fra gli spettatori, in platea- su una scena ricca, raffinata e piena di sorprese, a cavallo fra luoghi della mente e un cabaret degli anni ’30, scuro e conturbante come la voce di Marlene Dietrich.
Il teatro di Conte e la danza di Lucenti hanno in comune una grande attenzione verso la musica, perfetto elemento di raccordo fra due discipline qui tese verso un dialogo profondo tra loro, in cui nessuna delle due è esclusivamente a servizio dell’altra.