"Happy Hour" di Cristian Ceresoli alla Sala Mercato
Riapre anche la Sala Mercato con "Happy Hour" di Cristian Ceresoli, in scena dal 12 al 14 maggio 2021.
Un mondo distopico in cui si afferma un inquietante ma euforizzante totalitarismo. Dall’autore dell’acclamato "La merda", una tragicommedia in cui ridere sino ad ammazzarsi.
Il racconto suona aspro: sbatte in faccia allo spettatore un futuro cupo, grottesco, feroce, per una storia imprevedibile. Sono queste alcune delle caratteriste di "Happy Hour", flash distopico di un mondo poi non troppo lontano.
Il gruppo che si è fatto apprezzare ovunque – a partire dal prestigioso Fringe Festival di Edimburgo, con un monologo acido e spiazzante come La merda, caso unico nella storia recente del teatro italiano (oltre 70mila spettatori in tutto il mondo) – torna dunque con questa storia surreale, sulfurea, acidamente comica. La scrittura tagliente di Christian Ceresoli; la presenza scenica di Silvia Gallerano affiancata stavolta dalla sorniona visionarietà interpretativa di Stefano Cenci; la regia del danese Simon Boberg fanno di questo lavoro un appuntamento decisamente originale.
In scena un fratellino dall’improbabile nome di Kerfuffle, e Ado, la sorellina, figli di una famiglia disagiata, vivono e raccontano la mutazione genetica della città dopo l’avvento di un riconoscibilissimo “fascismo dell’allegria”, la cui legge suprema è il divertimento a ogni costo, un happy hour continuo, le cui prime vittime sono proprio i bambini, come le minoranze, gli immigrati, le donne. Fantascienza?
Nella società dei like, lo spettacolo è piuttosto un’inesorabile radiografia del caos contemporaneo. Provocatorio, diretto, brutale, ma anche ironico e divertente, il testo di Ceresoli si conferma come la constatazione amara del rinnovato edonismo di questi tempi superficiali, un’indagine sull’imbarbarimento del linguaggio, una denuncia del grottesco mondo della moda e delle mode. Con una forte drammaturgia musicale: «Dobbiamo ballare. Tutte le mattine. E tutte le sere. E dobbiamo sorridere. Chi non sorride viene punito». Sembra paradossale ma, a guardar bene, forse non lo è…