Genova, Lisbona e gli acquedotti storici: la mostra sulle vie dell'acqua a Palazzo Tursi
Un progetto di gemellaggio tra Genova e Lisbona per raccontare l’influenza delle Vie dell’Acqua sullo sviluppo storico, geografico, urbanistico ed architettonico delle due città. Di questo racconterà “Acquedotti Storici: le Vie dell’Acqua a Genova e Lisbona”, la mostra allestita nell’atrio di Palazzo Tursi e visitabile gratuitamente da venerdì 4 fino a domenica 13 novembre.
L’esposizione, articolata in oltre 30 pannelli, è una narrazione di come due città tra loro simili, Genova e Lisbona – una a vocazione atlantica, l’altra affacciata sul Mediterraneo – hanno affrontato nei secoli la carenza d’acqua dei loro territori, aggravata dalle espansioni demografiche e dal crescente impatto delle attività industriali ed economiche. Lungo il percorso il visitatore viene a conoscenza delle valenze storiche, geografiche, architettoniche e tecniche che caratterizzano i manufatti realizzati con impegno e ingegno per rifornire Genova e Lisbona dell’elemento essenziale alla vita, l’acqua.
La mostra, che sarà replicata al Museu da Água di Lisbona da lunedì 28 novembre a martedì 31 gennaio 2023, rappresenta un gemellaggio tra Genova e la capitale portoghese nel segno della cultura e di un elemento naturale, l’acqua, che ha segnato in maniera determinante la crescita storica, produttiva, urbanistica e sociale delle due città.
La mostra “Acquedotti Storici: le Vie dell’Acqua a Genova e Lisbona” rientra in “Conducere Aqua”, il progetto di comunicazione ambientale promosso nel 2019 da Confservizi Liguria per comunicare le valenze dell’Acquedotto Storico della Val Bisagno, delle infrastrutture idriche esistenti e dei progetti in via di sviluppo, nell’ottica di una sua riqualificazione e valorizzazione a fini ambientali, culturali e turistici.
Proprio sul tema dell’Acquedotto Storico della Val Bisagno sono stati organizzati negli anni incontri e realizzati prodotti in collaborazione con le istituzioni locali: Regione Liguria, Comune di Genova, Municipi Media e Bassa Val Bisagno, Segretariato per i Beni Culturali della Regione Liguria, enti di ricerca e universitari (DAD, Dipartimento Architettura e Design dell’Università di Genova di Architettura), ISCUM (Istituto di Storia della Cultura Materiale) e con le associazioni che aderiscono alla Federazione dell’Acquedotto Storico.
La ricerca di un confronto con esperienze diverse da quella genovese ha portato all’incontro con una realtà come l’Acquedotto Storico di Lisbona, la cui gestione e promozione è affidata al Museu da Água in capo alla società EPAL (Empresa Portuguesa das Águas Livres), gestore pubblico del servizio idrico a Lisbona e nella valle del Tago. Il reciproco interesse e la comune volontà di collaborazione ha portato, nel luglio di quest’anno, alla firma del Protocollo d’Intesa tra EPAL e una rappresentanza di Enti del territorio genovese: Comune di Genova, Municipi Bassa e Media Val Bisagno, DAD della Facoltà di Architettura, ISCUM e Federazione dell’Acquedotto Storico. Il primo passo di questa intesa è la mostra “Acquedotti Storici: le vie dell’acqua a Genova e Lisbona”.
“Questa sinergia con la città di Lisbona rappresenta una grande occasione di promozione turistica per Genova e, insieme, una formidabile opportunità di valorizzare al meglio l’Acquedotto Storico e tutte le altre attrazioni della nostra città – dichiara l’assessore al turismo Alessandra Bianchi –. Un progetto importante, frutto del lavoro di molti soggetti che ringrazio, legato alla nostra offerta culturale che vogliamo rendere sempre più ricca e articolata plasmandola all’insegna dei valori di accessibilità, sostenibilità e fruibilità”.
“Una giornata memorabile in cui celebriamo tra gli Acquedotti Storici di Genova e Lisbona un gemellaggio destinato rafforzare gli scambi culturali, turistici e di conoscenze tra le due città – spiega il presidente della Federazione Acquedotto Storico Gianni Zai –. Dietro al recupero dell’Acquedotto Storico di Genova c’è una squadra di enti e di volontari che stanno lavorando per il recupero di tutto il tracciato attraverso una rete di interventi di riqualificazione che ci aiuteranno a far conoscere, non solo in Italia, questo manufatto”.