Il Festival Musicale del Mediterraneo arriva alla 29esima edizione: "Eurameriche"
Dal 3 al 17 settembre 2020 a Genova torna il Festival Musicale del Mediterraneo, arrivato alla 29esima edizione. Quest'anno la parola d'ordine del festival, segno di commistione tra culture diverse nel segno della musica, è "Eurameriche".
L’incontro tra culture e popoli è la radice della storia del Festival Musicale del Mediterraneo, iniziata nel 1992, elemento centrale della natura mediterranea a cui si ispira la manifestazione. La dimensione artistica peculiare è la presentazione alla città di espressioni rare di musiche dei popoli, dagli Indios dell’Amazzonia agli Aborigeni australiani, dai tuareg del deserto del Mali ai musicisti del Nepal, del Burundi ai Dervisci turchi e tanti, tanti altri.
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Produzioni speciali dedicate agli incontri tra diverse discipline, luoghi, strumenti, epoche e religioni. Un progetto che in quasi trent’anni di attività ha portato la città di Genova nei circuiti internazionali dei Festival, contribuendo alla valorizzazione di luoghi storici e culturali della città, come musei, chiostri, piazze e periferie. Il triennio che precede il traguardo trentennale del 2021 si dedica a 3 grandi dialoghi: quello europeo e africano (2018), asiatico (2019) ed americano (2020).
L’edizione di quest’anno quindi svilupperà le musiche dell’incontro tra Europa e Americhe, tutt’oggi una valenza espressiva e simbolica particolarmente rappresentativa dei popoli a cui appartengono: esiti di migrazioni e diaspora, esiti di sincretismo che tracciano l’andata e il ritorno dei popoli verso e dalle Americhe, da interpretare come secolare interscambio culturale tra Africa, Europa ed Americhe, che determina la nascita e la fortuna di jazz, rumba, tango, salsa, samba, blues, soul, folias, passacaglie, ciaccone, negritos, contradanza cubana... un osmosi tra vari patrimoni culturali e musicali che costantemente si rinnovano in nuovi luoghi di incontro sonoro plurietnico e multiculturale, tra scale pentatoniche, maggiori e minori, strumenti tribali e d’orchestra, dove ancora una volta il limes diventa limen, accogliente ed inclusivo.
Il programma
Nasce così un programma che prevede musica, danza e omaggi alla tradizione e al contemporaneo, come quello per Philip Glass, maestro del minimalismo, corrente del ‘900 vero e proprio punto d’equilibrio tra lo strutturalismo europeo e le destrutturazioni americane firmate John Cage, con un repertorio rivisitato da una versione al femminile della Banda di Piazza Caricamento con la danza di DEOS; a seguire la magistrale coralità delle Black Voices inglesi e il suono sudamericano di donne e uomini latini come i Surealistas e le Flor de Aire, il country blues di Bonfanti e Coppo, il bandoneon di Daniele Di Bonaventura con repertorio di tanghi verso Piazzolla con una coppia italoargentina al ballo, le armonie senza geografia dei lituani Merope e la nuova voce trobadora di Sorah Rionda da l’Havana, la storia d’America e le sue migrazioni elaborate dall’Orchestra da Tre Soldi e il Brasile con omaggio agli Indios d’Amazzonia dalla cantante Virginia Cambuci. Concerti dal vivo, in location storiche e naturali, da Palazzo Ducale al Castello D’Albertis, dal Forte Begato alle Isole delle Chiatte del Porto Antico, fino a giungere a Villa Bombrini, concerti alla sera ma anche all’alba e al tramonto, in collaborazione con le Associazioni del Sistema Musica Genova come Gezmataz, Musicaround, Collegium Pro Musica che produrrà il concerto barocco dedicato al Mediterraneo.
A chiusura un evento solo in streaming dedicato al treno “de la muerte“ chiamato La Bestia, mezzo usato per migrazione e speranza che attraversa il Messico per arrivare in America, realizzato da performer autoctoni e meticci.