Il Festival del Mediterraneo prosegue con tre giorni di concerti a Forte Begato
Prosegue il 31° Festival del Mediterraneo, prodotto da Echo Art con la direzione di Davide Ferrari e dedicato quest'anno alla natura. Le giornate di venerdì 8, sabato 9 e domenica 10 luglio sono in programma al Forte Begato, sulle alture di Genova, e prevedono concerti a energia pulita prodotta dal pubblico e quattro straordinari protagonisti della musica etnica internazionale: Stephan Micus venerdì 8 luglio alle 21:30, Ashti Abdo e Olena Uutai sabato 9 luglio alle 20:30 e alle 21:30, Stella Chiwese domenica 10 luglio alle 19:30.
Artisti con cui viaggiare per il mondo ascoltando strumenti provenienti da lontano, testimoni sonori di tradizioni affascinanti, preziose e in qualche caso segrete. I concerti al Forte Begato sono “Musicycle”: la corrente necessaria ad alimentare l’impianto di amplificazione sarà prodotta da 10 pedalatori su 10 biciclette, collocate in una delle postazioni dei concerti nell’area verde del Forte, e trasformata in energia pulita. Un sistema di autoalimentazione rinnovabile che permette di ridurre sensibilmente il potenziale inquinante dei concerti, in armonia con il tema del festival che quest’anno è “Nature”.
Per chi desidera raggiungere il Forte con i mezzi pubblici è attivo un servizio navetta gratuito in partenza dall’arrivo della funicolare Zecca-Righi con i seguenti orari: l’8 e il 9 dalle 18 alle 21, il 10 dalle 18 alle 20. Alla fine di concerti, la navetta riporterà gli spettatori sul piazzale della funicolare.
Venerdì 8 luglio il protagonista è Stephan Micus. È un musicista, compositore, esploratore tedesco che lavora con gli strumenti musicali tradizionali di tutto il mondo. Il suo ultimo cd “Winter’s End”, pubblicato da ECM, è stato inciso utilizzando 11 strumenti di 10 paesi diversi. Il principale si chiama chikulo ed è molto simile a uno xilofono del Mozambico, con grandi risuonatori di zucca appesi sotto i tasti di legno. Ma c’è anche il tamburo che ha Micus ha costruito 40 anni fa, come una replica di quelli usati nell’Africa centrale.
Sabato 9 luglio si esibiscono il siriano Ashti Abdo alle 20.30 e la siberiana Olena Uutai. “Dall’esilio, canti e musiche da Aleppo” è il titolo del concerto di Abdo, cantante, compositore e polistrumentista curdo. Originario di Afrin, vicino ad Aleppo, sin da bambino si appassiona alla musica ascoltando i suoni della natura. Inizia giovanissimo a cantare per addormentare la sorella minore e a strimpellare lo strumento tipico curdo tembûr insieme al fratello. Dopo l’adolescenza si trasferisce in Italia e continua a studiare il tembûr, iniziando a farsi conoscere come solista, e intanto si applica su altri strumenti da autodidatta o sotto la guida di Stefano Torre. Dopo alcune esperienze in diverse formazioni, nel 2015 dà origine al progetto Beja, una personale trasposizione in musica dell’esperienza della guerra tramite l’improvvisazione.
La siberiana Olena Uutai sale sul palco con i “Sacri suoni sciamani dell’Estremo Est”. Musicista tradizionale, performer, si esibisce emulando i richiami della foresta della lontana e bellissima Yakutia, il mondo della neve infinita e della magia sciamanica. Olena Uutai, uno pseudonimo che significa “mistero creato dall’acqua”, fa parte del gruppo etnico Yakut, un popolo turco che vive nella Repubblica di Sakha in Russia, regione chiamata appunto Yakutia, fra cui ha appreso il canto di gola tipico dell’Asia centrale.
Domenica 10 luglio l’appuntamento è con Stella Chiweshe. È la prima artista donna a guadagnarsi il prestigio in un genere musicale dominato dagli uomini, la Mbira dello Zimbabwe. Per questo è chiamata “Sua Maestà la Regina”. La sua ultratrentennale carriera è iniziata quando lo Zimbabwe si chiamava ancora Rhodesia ed era dominato dalla minoranza bianca erede dei colonizzatori inglesi. All’epoca la mbira era vietata, perché considerata dotata di poteri magici e quindi oggetto di culto. Il semplice possesso veniva punito con il carcere e per questo la mbira veniva suonata durante cerimonie segrete.
Stella, dopo avere suonato nelle cerimonie proibite tutta la notte, tornava alla lotta per la quotidiana sopravvivenza, come ogni ragazza in regime di apartheid. Dopo la fine del dominio bianco e la nascita dello Zimbabwe indipendente, è entrata a fare parte della National Dance Company dello Zimbabwe, dove presto ha assunto il ruolo di principale solista di mbira, attrice e danzatrice. Si è esibita in festival e teatri di tutto in mondo e ha pubblicato album di successo internazionale. La mbira consiste in 22 o 28 chiavi di metallo montate su una struttura di legno ed è solitamente collegata a una cassa di risonanze ricavata da una zucca.
Info, contatti e prenotazioni: info@echoart.org www.echoart.org, facebook, instagram
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