"Dove vanno a dormire i gabbiani" al Teatro dell'Ortica
Tre fratelli vivono immersi in uno spazio bianco, che si distende su una sottile linea di confine e dove il tempo pare essersi fermato, cristallizzato attorno al mondo di Nené. Il suo autismo viene ritratto attraverso i suoi stessi occhi: non c’è una via di mezzo, le cose appartengono al mondo onirico e non possono essere tradotte in realtà se non attraverso regole sociali apprese a memoria.
Nené, è una donna adulta, ha cinquant’anni, dei tre fratelli è la più grande, ma vive in totale distacco dalla realtà, in un mondo di sogni baciati dalle onde del mare che intrecciano le loro storie a quelle delle sirene… lì “dove vanno a dormire i gabbiani".
Il fratello, Nunù, è legato al mondo del sogno: il mare. È il “Pescatore di sogni” e, ogni giorno, salpa per rifugiarcisi, tornando con una nuova storia da raccontarle.
La riva è, invece, la terra in cui è prigioniera la sorella, chiamata simbolicamente soltanto Donna, racconta di una dura e concreta realtà, fatta di quotidiano, di lavoro, stanchezza e fatica.
I giorni si assomigliano, si rincorrono, si ripetono sempre uguali; un grammofono su cui gira sempre lo stesso disco, onde del mare che si infrangono sulla battigia… E poi arriva il risveglio, l’improvviso momento in cui il riflesso nello specchio del mare rimanda indietro un’immagine estranea, consumata, inaridita: invecchiata senza avere vissuto. Il tempo è passato, il tempo sta finendo.