"Dolore sotto chiave / Sik Sik l’artefice magico" di Eduardo De Filippo con Carlo Cecchi e Angelica Esposito al Duse
«Il teatro è l’autore, l’attore, il pubblico in un tempo presente»: sono parole che riassumono lo stile, l’arte, il genio di Carlo Cecchi. Artista inimitabile, erede non solo dell’avanguardia teatrale ma anche alfiere di un teatro popolare e indomabile, come quello che fonda la tradizione comica del Novecento. In lui risuonano Beckett e Totò, Molière e il Living Theatre, De Filippo e Shakespeare, Pinter e Brecht: sono queste le anime, gli umori, che rendono sempre più unico il percorso creativo di Cecchi, che torna in scena con due atti unici scritti da Eduardo. "Dolore sotto chiave / Sik Sik l’artefice magico" arriva al teatro Duse dal 4 al 9 gennaio 2022.
Il primo, Sik Sik l’artefice magico, del 1929, divertente e commovente pièce tra magia e miseria del teatro: è un cavallo di battaglia per Carlo Cecchi, che lo ha già affrontato più volte sempre con grandissimo successo. A questo, Cecchi unisce un testo aguzzo e sulfureo come Dolore sotto chiave, nato come radiodramma nel 1958. Nelle scene di Titina Maselli e di Sergio Tramonti, si muovono dunque i personaggi creati da De Filippo, a disegnare un’umanità che si confronta con i temi a lui cari: in Dolore sotto chiave è la morte, affrontata da Eduardo in tante sue opere, in chiave comica, seria o semiseria. Spiega Cecchi: «La morte fa il suo corso – sembra dire Eduardo – portando con sé un carico di lutti, ma all’uomo non resta che affrontarla, perché anch’essa fa parte della vita e cercare di negarla, di non riconoscerla, significa negare la vita stessa». E a proposito di Sik Sik, Cecchi aggiunge: «Come un film di Chaplin, è un testo immediato, comprensibile da chiunque e nello stesso tempo raffinatissimo. L’uso del napoletano e il rapporto tra il napoletano e l’italiano trova qui l’equilibrio di una forma perfetta, quella di un capolavoro».
In scena, assieme a Carlo Cecchi, la straordinaria Angelica Ippolito, e Vincenzo Ferrera, Dario Iubatti, Remo Stella, Marco Trotta.