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Cultura

«L'epopea del popolo tabarchino diventi patrimonio Unesco»: la richiesta del Comune

Una lunga storia iniziata nel '500 con la migrazione di circa 300 famiglie pegliesi sull'isola di Tabarca per trovare nuovi banchi di corallo da pescare

È stata approvata all'unanimità in consiglio comunale la richiesta di riconoscimento quale patrimonio immateriale dell'umanità Unesco dell'epopea del popolo tabarchino. La mozione, presentata da consiglieri appartenenti a svariate forze politiche, riguarda la storia molto particolare di un gruppo di pescatori pegliesi salpati da Genova nel '500, insieme alla nobile famiglia dei Lomellini, per cercar fortuna e, specialmente, per estendere l'attività di pesca del corallo.

Tabarca

Fu così che circa 300 famiglie genovesi si insediarono sull'isola di Tabarca, in Tunisia, con il benestare del bey di Tunisi e dell'imperatore Carlo V.

Per due secoli i coloni pegliesi prosperarono a Tabarca, dopodiché le incursioni dei pirati, la diminuzione del corallo e l'eccesso di popolazione portarono a una diminuzione dei profitti.

Carloforte e Calasetta

Nel 1737 fu chiesto al re di Sardegna, Carlo Emanuele III, di permettere l'insediamento di alcune centinaia di tabarchini nelle isole adiacenti alla Sardegna, non ancora abitate. Fu così che venne colonizzata - da circa 500 persone - l'isola di San Pietro con la fondazione della città di Carloforte. Pochi anni dopo, il bey di Tunisi invase Tabarca e fece prigionieri di guerra gli abitanti rimasti, poi riscattati grazie all'interessamento di nobili e regnanti europei (persino il Papa si mobilitò).

I tabarchini liberati a questo punto si divisero: alcuni raggiunsero San Pietro, altri si stanziarono sull'isola di Sant'Antioco dove nacque il paese di Calasetta, altri ancora fondarono Nueva Tabarca su una piccola isola al largo della costa spagnola.

L'isola di San Pietro con Carloforte furono poi successivamente invase dalla Francia, e poi dal bey di Tunisi. Solo nell'800 le tribolazioni del popolo tabarchino finirono per intervento delle maggiori potenze europee.

Il dialetto tabarchino

Il tabarchino (genovese antico) grazie anche al forte senso di appartenenza alla comunità, è parlato ancora dall'87% degli abitanti di Carloforte e dal 65% di quelli di Calasetta.

La mozione 

La richiesta di riconoscimento di questa epopea quale patrimonio immateriale dell'umanità Unesco è stata presentata in consiglio comunale da Mauro Avvenente, Stefano Bernini (Pd), Alberto Campanella (FdI), Stefano Costa (VGe), Gianni Crivello (LC), Franco De Benedictis (DI), Lorella Fontana (Ln), Cristina Lodi (Pd), Mario Mascia (FI), Alberto Pandolfo (Pd), Luca Pirondini (M5s), Paolo Putti (CGe), Alessandro Terrile, Claudio Villa (Pd), che impegna sindaco e Giunta ad agire in tal senso, di concerto con la  Regione.

È stata approvata all’unanimità con 32 voti favorevoli

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