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Cultura

"Top Chef" arriva a Genova, il protagonista è il pesto

Il programma tv di Nove approda al Porto Antico con una sfida incentrata sulla tradizione. Tra gli ospiti, Gianni e Raimondo Sacco, "re" del basilico di Pra'

Bene o male, l’importante è che se ne parli, diceva Oscar Wilde, una massima che, quando si tratta di pesto, mai è stata così attuale. E così, se il britannico Guardian lo “boccia” tacciandolo di contenere troppo sale, la trasmissione culinaria “Top Chef” lo trasforma nel protagonista di una prova in esterna dedicata a Genova.

"Top Chef" a Genova, il trailer della puntata.

Nella puntata andata in onda giovedì 13 ottobre, il cooking show in onda su Nove che vede in gara cuochi professionisti provenienti da tutta Italia è approdato al Porto Antico per scoprire «i segreti di una città straordinaria fatta di contrasti forti - ha spiegato lo chef argentino Mauro Colagreco, uno dei giudici del programma - Da un lato la vita popolare dei vicoli e del porto, dall’altro i ricchi palazzi nobiliari».

A sfidarsi sono stati 8 concorrenti, che si sono sistemati nelle postazioni installate ai Magazzini del Cotone e, sollevando la cloche, hanno trovato mortaio e pestello. A confermare che si trattasse di una prova incentrata sul pesto anche la presenza di due ospiti d’eccezione, e cioè i fratelli Gianni e Raimondo Sacco, i due “re” del basilico di Pra’.

I segreti per un buon pesto

Per coltivare un buon basilico ci vogliono il terreno e il clima giusto - hanno spiegato i due esperti, svelando anche il segreto per un pesto perfetto: ingredienti di alta qualità, basilico doc di Pra’ e un buon polso per manovrare il pestello. Pochi dubbi anche sugli ingredienti: «Sono 7 - hanno spiegato ai concorrenti i fratelli Sacco - Basilico, aglio, pinoli, grana, pecorino, olio e sale. E il dosaggio di ogni ingrediente dev’essere perfetto, per ottenere la giusta armonia».

Gli chef promossi

A dimostrare che fare il pesto è un’arte ha pensato Raimondo Sacco, che si è cimentato nella preparazione del pesto insieme con i concorrenti: palati severi, quelli genovesi, che alla fine hanno promosso soltanto tre chef. Che hanno poi dovuto mettere alla prova la loro creatività inventando un pesto “personalizzato” con cui condire una pasta preparata al momento. Nessun assaggio, però, per i genovesi. Che alla tradizione, si sa, ci tengono parecchio.

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