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Cultura Vico Falamonica

Torna a Genova "The Cook", il ristorante stellato di Ivano Ricchebono

Negli ultimi anni lo chef era stato ospitato in due diversi hotel di Arenzano

Prima Nervi, poi Arenzano - ospitato in due hotel diversi - e infine di nuovo a Genova: torna così in città "The Cook", l'unico ristorante stellato della provincia, curato dallo chef Ivano Ricchebono.

Ricchebono, stellato dal 2010, dal primo febbraio 2018 trasferirà "The Cook" a Genova, al Cavo di vico Falamonica, ristorante della centenaria ditta famosa per gli Amaretti di Voltaggio.

Ospite fisso de La Prova del Cuoco dal 2010, Ricchebono ama l'innovazione senza perdere le sue radici liguri. Già da oggi il suo staff guidato dal giovane chef trentenne Marco Primiceri curerà la cucina del ristorante.

E così in città si respira l'entusiasmo per questo ritorno: «Sono molto felice di questo accordo come imprenditore e come cittadino che ama la propria città – dice Alessandro Cavo – insieme ai miei soci, imprenditori e professionisti genovesi che tengono a dare lustro a Genova abbiamo deciso di allestire con un massiccio investimento una cucina altamente tecnologica a servizio della sala affrescata da Bernardo Strozzi e crediamo che Ivano Ricchebono sia il capitano ideale per una nave così bella».

«Amo Genova e grande è la contentezza di lavorare in pieno centro a pochi metri da piazza De Ferrari – dichiara Ivano Ricchebono – la location è splendida e rinnova tutto il mio entusiasmo per questo mestiere».

La Sala Strozzi in palazzo Branca Doria

Il Cavo, che ospiterà Ricchebono, è situato nella suggestiva sala Strozzi di palazzo Branca Doria. Al centro della volta la favola principale del Trionfo di David e le cartelle del registro intermedio con immagini allegoriche, entro un sistema che è ancora distante dal tema dell’illusionismo spaziale e affida tutta la propria forza al colore originalmente ricco e alla monumentale plausibilità delle figure a grandezza naturale, declinate in pose e attitudini sospese.

Rivoluzione nel colore e tradizione dell’impaginazione – particolarmente ne decori verticali con architetture e paesaggi che si potrebbero attribuire al Tavarone o a Bernardo Castello –, ma opera nel complesso ardita, sebbene poi tradita dalle insidie del tempo, forse proprio perché troppo ambiziosa e ricercata negli effetti delle tecniche. A Genova fu lo Strozzi il pittore più gioioso e opulento, sperimentatore tanto estremo da aumentare le potenzialità dell’affresco portandovi maggiore spessore del colore. Un approccio originale il suo, un vero e proprio nuovo modo di “disegnare col colore”, una piacevolezza intrinseca nella varietà delle gamme. Tanta preziosità e voluttà cromatica tuttavia mal resistettero al tempo, facendo deperire quei personaggi affrescati fin quasi a svanire.

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