Crêuza de mä: viaggio etico-culinario del Bergese, tra incontri e degustazioni
Il 22 novembre parte dalla Valpolcevera il viaggio etico-culinario promosso dall’istituto Alberghiero Nino Bergese nella storica Villa Sauli di Prà alla ricerca del “bello e buono della Liguria”. Dall’entroterra alla costa, attraversando un’ideale crêuza de mä, la Liguria si racconta in tre giovedì sul tema “Cibo, etica e territorio”, ossia le produzioni uniche per qualità e tradizione alimentare ma anche per il rispetto dell’ambiente e del lavoro dell’uomo. Gli incontri, concepiti come tre differenti portate di uno stesso menu, sono a ingresso libero e al termine della conferenza si svolgerà un momento conviviale con degustazione.
La prima è tappa giovedì 22 novembre alle ore 16 con “L’aperitivo: racconto di un territorio tra innovazione e tradizione”. Ospiti Andrea Bruzzone con i vini della Valpolcevera e Andrea Pedemonte Cabella dell’omonima azienda produttrice da oltre un secolo dei salumi di Sant’Olcese. Partecipa Giorgio Bassoli, “divulgatore ambientale e culturale", con ricerche e scritti sull’entroterra Genovese e sul basso Piemonte.
L’obiettivo è evidenziare come l’utilizzo rispettoso del territorio e delle sue risorse sia un elemento di importanza assoluta per l’economia, la cultura e la stessa identità di un paese civile. «Gli anni del boom economico hanno cambiato profondamente la fisionomia dell’Italia, – commenta Maurizio Sentieri, saggista e docente del Bergese, curatore dell’iniziativa – lasciando, oltre a evidenti squilibri e contraddizioni, un suolo trasformato, spesso negativamente, ancora all’inseguimento di uno sviluppo sostenibile e di lungo respiro. Grazie alla riscoperta della cultura alimentare tradizionale e delle produzioni locali, sta crescendo una nuova sensibilità verso modelli di consumo consapevoli e stili di vita salutari, ecologici e solidali. Il rispetto di se stessi, dell’ambiente e degli altri diventa un elemento sempre più necessario nella definizione della qualità della vita e dell’alimentazione, fattore in cui tradizione e modernità coincidono».
Il mini ciclo prosegue il 29 novembre (ore 16) con “Il piatto unico: raccontare la Liguria come terra di monti e colline”. Partecipano alcuni produttori locali d’eccellenza, appartenenti al Consorzio “Il cammino di Santa Limbania” e il ristorante “Baccin dü Carü” di Mele con i suoi gnocchi al pesto e i ravioli aü tuccü. Nell’ultima tappa, il 13 dicembre (ore 11), l’argomento sarà “Il dessert: per un Natale di rinascita”. Sul piatto è servita tutta la dolcezza della Liguria con le specialità da forno di Panarello e alcune produzioni di nicchia.
«Il rapporto tra etica e alimentazione è il tema centrale intorno al quale ruotano i tre incontri – spiega il preside del Bergese Angelo Capizzi – Come scuola ci interroghiamo insieme ai relatori e al pubblico sulla relazione che esiste in Liguria tra economia, ambiente e territorio per offrire agli studenti nuovi spunti di riflessione. Le aziende che valorizzano la nostra regione con i loro prodotti e le tradizioni alimentari, così come le micro produzioni rappresentative di una valle o di una località, sono spesso un esempio di cultura e coltura sostenibile».