Mostra di Carlotta Sangaletti: "Il volto del blu"
Classe 1991, Carlotta Sangaletti è a pieno titolo una giovane artista. Non che la sua età possa costituire un pretestuoso valore di merito (nemmeno in un "paese per vecchi" come l'Italia), tuttavia il fatto che la Sangaletti sia una giovane alle prese con la xilografia - tra i più antichi e oggi meno comuni procedimenti grafici - a ragion veduta potrebbe diventarlo.
E ciò sempre alla luce dei risultati tecnico-espressivi ottenuti. Tagli netti, talvolta somiglianti a strappi che graffiando la superficie de-moltiplicano il ricorrere di un'intenzionale squadratura d'insieme, coi volumi lanciati a capofitto nella bicromia di una commisurata mistione bianco/blu tendenzialmente abbacinante. La Sangaletti ha padronanza della tecnica, e in modo particolare la sua mano risulta abile a rieducarne le peculiarità alla luce del soffice intimismo primitivista che fa da struttura portante generale di tutta la sua produzione, specialmente quella pittorica. Metodo xilografico e progettualità visiva intrecciano le medesime coordinate direttive, convergono in un figurativismo con cui la Sangaletti suggella le forme di un'unità intenzionale. Tra loro esiste sempre un punto di contatto oltre ogni evidenza, quel trainante blu che nel lavoro dell'artista s'appresta ad essere imponentemente "colore a partecipazione emotiva". Freddo pigmento blu a partire dal quale l'artista dà corpo alle sue illustrazioni; in conseguenza del quale le anima di una propria autonomia introspettiva, le imposta verso una determinante ricerca empatica, emotiva, ripagando chiunque stia lì ad osservarle - elemento ancora estraneo al suo mondo - con la moneta della trasparenza offerta nei tratti marcati di un cubismo avvicinato in maniera molto personale, addolcito nel suo intentare costruzioni formali non soggette a vincoli. Dove non c'è volume effettivamente imposto, né logica preconcetta che sia determinante nel suo libero svolgersi lineare.