"Una bestia sulla luna", immigrazione e genocidio armeno al Modena
C’è qualcosa di familiare, di intimo, di immediatamente condivisibile nella storia scritta, con mano felice, dall’americano Richard Kalinoski, vincitore di cinque premi Molière in Francia e di numerosi altri riconoscimenti. È una vicenda – come si legge nella recensione di Nicola Arrigoni per “Sipario” – «che si dipana lentamente, che chiede allo spettatore la pazienza dell’ascolto e di farsi guidare. È questa una bella sensazione che si fa spazio a poco a poco e che coinvolge chi guarda».
Il testo, diretto con cura e partecipazione da Andrea Chiodi, racconta una vicenda apparentemente semplice: la storia di una coppia di emigrati negli Stati Uniti. Solo che, e il dramma si svela lentamente, quegli emigrati sono armeni, e hanno alle spalle vicende crude, aspre, dolorose. Il regista, affrontando il lavoro, non ha esitato a mettersi in gioco totalmente: «Sono di origini in parte turche, di tradizione ebraica, ho alle spalle una famiglia in qualche modo sempre in esilio. Dovermi confrontare con un tema e una tradizione che mi sono vicine e che narrano di fatti tremendi è stata una bella sfida».
A reggere questa complicata avventura, è un’attrice straordinaria quale Elisabetta Pozzi, cui si affianca un tagliente, bravissimo Fulvio Pepe. Nella stanza di un appartamento dignitoso, a partire da oggetti apparentemente insignificanti eppure cari, Vincent – un ragazzo divenuto uomo e ormai anziano – ricostruisce la storia dei suoi genitori, Aram e Seta: passato e presente, ricordi e vita si intrecciano dando luogo a un racconto crudo, ironico, struggente e umanissimo. Ecco allora – racconta Andrea Chiodi – che «un amore costruito per procura, all’apparenza superficiale, può dar vita a una complessa vicenda familiare, il cui sfondo è il genocidio armeno, troppo vicino per essere dimenticato».
Mercoledì 24 ottobre alle ore 17.30 nel foyer del Teatro della Corte avrà luogo una conversazione con Elisabetta Pozzi. Conduce Umberto Basevi. Ingresso libero.