"Addio mia arte!": i colori dell'arte nell'ombra della follia
A.C.C.O. - Associazione Culturale Cogoleto Otto propone la quinta edizione di un grande spettacolo che contribuisce fortemente a far conoscere la vita e le opere di Gino Grimaldi.
Lo spettacolo è scritto e diretto da Novella Limite.
Interpreti: Roberto Panzani, Sara Damonte, Raffaele Casagrande.
Tecnico Audio Luci: Giuseppe Ciardullo
All’età di 44 anni, il pittore Gino Grimaldi vive l’ennesimo internamento in manicomio, perché sofferente di psicosi maniaco-depressiva che lo porta a rasentare il suicidio. All’interno dell’ospedale, egli conosce il proprio psichiatra (indicato nello spettacolo genericamente come “dottore”), il quale, a sua volta, vive un momento di profonda crisi personale determinata da un senso di ribellione nei confronti di un sistema manicomiale che non approva. Durante un colloquio, Grimaldi comunica al dottore il proprio strenuo e ossessionante bisogno di dedicarsi alla pittura che definisce come l’unica sua medicina e lo psichiatra, affascinato dalla personalità di uomo colto e raffinato, appurando il suo reale bisogno di dipingere come mezzo per affermare se stesso e la propria identità.
"Addio mia arte" porterà ad un nuovo progetto per il 2019: un documentario sulla vita e le opere del pittore Gino Grimaldi.
Si sa che dalla sofferenza può nascere la bellezza, ideale che diede senso alla vita di Gino Grimaldi e la riempì. "La pittura è l'unica mia medicina" affermava l'artista e, dopo essersi conquistato la fiducia dei medici che lo avevano in cura, presso l'Ospedale Psichiatrico di Cogoleto, gli venne affidato il compito di decorare la chiesa di S. Maria Addolorata di Pratozanino.
Poiché crediamo che chiunque ami l'arte e la bellezza meriti di conoscere le opere del pittore Gino Grimaldi, le quali, ancora oggi, risultano note a una cerchia troppo ristretta di cogoletesi, studiosi e addetti ai lavori, proponiamo il progetto per un documentario su Gino Grimaldi, la cui attività artistica riveste un valore ancora più importante considerato il contesto manicomiale in cui venne realizzata. Obiettivo del documentario sarà anche quello di raccontare le operazioni di messa in sicurezza di cui le opere sono state oggetto e di tenere viva l'attenzione sulla necessità di un restauro definitivo.
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Causale: crowdfunding Docufilm Gino Grimaldi