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Economia

Tagli al sociale e terzo settore: 500 posti di lavoro a rischio

Cinquecento posti di lavoro a rischio nella sola Genova e 12mila disabili che rimarranno senza assistenza, i lavoratori del terzo settore hanno protestato oggi in Consiglio regionale

Ottocento posti di lavoro di cui 500 solo a Genova rischiano di saltare e 12 mila disabili, anziani persone e famiglie con problemi sociali rischiano di perdere l’assistenza e i pur limitati sostegni che hanno avuto negli anni scorsi.

Il grido d’allarme è stato dato questa mattina da una folta rappresentanza di lavoratori del terzo settore che ha incontrato i capigruppo e la Giunta regionale durante una sospensione della seduta consiliare in una riunione coordinata dal vicepresidente del Consiglio regionale Michele Boffa.

"La situazione è pesantissima – ha spiegato Alessandro Frega rappresentante del Forum genovese – chiediamo che il Governo Monti ripristini i fondi per il sociale azzerati dal Governo Berlusconi e che venga ritirata la legge delega che ha portato indietro di più di 100 anni la politica sociale nel nostro paese. Alle istituzioni locali chiediamo una riprogettazione dei servizi e una integrazione fra sociale e sanitario. La sanità non può continuare ad assorbire l’80 per cento del bilancio della Regione e non lasciare nulla al sociale. La crisi si sta scaricando sulle famiglie e proprio nel momento in cui ci sarebbe più bisogno di assistenza e coesione sociale arrivano tagli devastanti che possono portare all’esplosione dei problemi".

Una prima risposta è giunta da Lorena Rambaudi, assessore alle Politiche sociali, e terzo settore: "Giovedì scorso le Regioni hanno predisposto la loro piattaforma da presentare al presidente Monti e il tema del welfare e della legge delega da rivedere sono stati messi nelle 7 priorità che verranno poste sul tavolo. Nell’attesa che a livello nazionale si riveda una politica che di fatto ha azzerato tutti i fondi destinati al sociale, come Regione abbiamo deciso di trasferire tutti i nostri fondi ai comuni perché intervengano nella situazioni più urgenti. Nel frattempo abbiamo deciso di estendere la possibilità di utilizzare gli ammortizzatori sociali come la cassa integrazione in deroga anche al terzo settore".

Un impegno questo che è stato ribadito anche da Enrico Vesco, assessore alle Politiche attive del lavoro: "Per noi non ci sono lavoratori di serie “A” e di Serie “B”: tutti hanno gli stessi diritti, sia che lavorino a tempo determinato sia che siano precari. Per questo abbiamo rifiutato gli accordi settoriali che ci erano stati proposti. Detto questo, purtroppo c’è un problema di risorse aggravato dal fatto che 30 milioni che avevamo nelle nostre disponibilità sono state destinate agli alluvionati".

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