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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Spending review: la Provincia di Genova ricorre al Tar contro i tagli

Il commissario straordinario Piero Fossati ha deciso di presentare ricorso al Tar Lazio contro i tagli imposti alla Provincia dalla spending review nazionale. Nel 2012 l'ente ha vinto l'Oscar di Bilancio

Genova - Spending review e tagli agli enti locali, la Provincia di Genova attraverso il commissario straordinario Piero Fossati si rivolge al Tar del Lazio. Dall’Oscar di Bilancio nel 2012 a un serissimo rischio di dissesto nel 2013. La Provincia di Genova, che ha crediti accumulati negli anni di quasi 35 milioni di euro per trasferimenti erariali, affitti e rimborsi spese per i suoi immobili utilizzati da Prefettura, Questura e Carabinieri, anziché il saldo di questi debiti dallo Stato nel 2013 riceverà ulteriori tagli addirittura di 27 milioni.

Per l’ente locale «uno dei più virtuosi d’Italia – ha detto il commissario Piero Fossati – sarà impossibile avere a disposizione le risorse minime indispensabili per coprire i costi di gestione». Il commissario, dopo aver denunciato questa drammatica situazione in una lettera al presidente del Consiglio Monti e ai ministri dell’Economia Grilli, dell’Interno Cancellieri e della Pubblica Amministrazione Patroni Griffi, ha deciso di presentare ricorso al Tar Lazio contro i tagli imposti alla Provincia dalla spending review nazionale.

Piero Fossati che con il direttore generale Piero Araldo, il sub commissario Flavia Anania, il direttore Maurizio Torre e la dirigente Giulia Oliveri dei servizi finanziari ha presentato gli effetti, pesantissimi, dei tagli e le iniziative assunte per contrastarne le gravi ricadute, ha chiarito: «siamo assolutamente consapevoli della necessità di fare sacrifici, e pronti a farne altri, a partire dall’interno del nostro ente, ma in nome dell’equità e del bene comune. Non possiamo accettare tagli iniqui ed esorbitanti che metterebbero in ginocchio la Provincia nella delicatissima e complessa fase di transizione verso la Città Metropolitana, con ripercussioni che colpiscono la qualità e la quantità dei servizi, aggravando le difficoltà dell’economia locale perché dovremo azzerare anche gli investimenti in opere pubbliche».

Nel mirino della Provincia (che, oltre al ricorso al Tar Lazio, «mette in campo ogni sacrificio e strumento possibile per arginare i tagli perché – dice Fossati - vogliamo continuare a fare il nostro lavoro per il territorio e farlo con tutti i nostri lavoratori e a tutela dell’ente e dei suoi dipendenti sono pronto ad assumere ogni iniziativa necessaria») c’è innanzitutto il criterio nazionale per i tagli: i cosiddetti consumi intermedi, infatti «non tengono assolutamente conto della fonte e della destinazioni delle risorse, creando pesanti squilibri fra enti diversi, perché si taglia anche quello che non si può tagliare, come i fondi, vincolati, trasferiti alla Provincia dalla Regione Liguria (e anche dai Comuni per il trasporto locale) alle funzioni delegate».

Nel caso della Provincia di Genova il dato 2011, base dei consumi intermedi per il calcolo nazionale dei tagli, è di 81,9 milioni di euro dei quali, però oltre 56 sono fondi trasferiti e vincolati a specifiche funzioni: 25,402 milioni per corsi di formazione, 7,830 per le politiche del lavoro e 23,170 per il trasporto pubblico locale. I consumi intermedi effettivi sono perciò circa 25,5 milioni e se fosse questo il dato base per la spending review (come nel caso della Provincia di Bologna, che non ha tutte le funzioni delegate dalla Regione) i tagli per la Provincia di Genova si ridurrebbero a meno di un terzo di quelli insostenibili imposti per il 2013.

La Provincia di Genova, infatti, (ma anche le altre Province liguri che hanno analoghe funzioni delegate) viene colpita in modo devastante e il taglio pesantissimo del 2012, pari a 11,4 milioni di euro, rischia di superare i 27 milioni nel 2013 «causando il completo azzeramento del Fondo di riequilibrio assegnato a inizio 2012, pari a circa 14 milioni di euro – dice il commissario - ma anche la diminuzione delle entrate dall’imposta sulla RC Auto per 12 milioni, con una riduzione del 30% delle risorse tributarie rispetto alla situazione sino al luglio scorso».

Conferme «dell’incongruità e iniquità dei tagli nazionali» arrivano da altri dati forniti dal commissario Piero Fossati: alle Province (un centinaio) sono stati imposti gli stessi  tagli dei Comuni (più di 8.000) che invece hanno consumi intermedi molto superiori e saldi finanziari di bilancio, a parità di popolazione, molto più alti delle Province.

Le spese, poi, effettivamente sostenute dalla Provincia di Genova nel 2011 (non vincolate a trasferimenti a destinazione specifica della Regione per formazione, lavoro, trasporto pubblico locale e ai canoni del demanio idrico, obbligatoriamente destinati alla manutenzione degli alvei e al risanamento ambientale) sono 77 milioni, addirittura più basse dei consumi intermedi (82 milioni) presi a base per il taglio. E la Provincia chiede alla Regione «di sciogliere al più presto i nodi sulle funzioni delegate ai nostri enti. Valuti il percorso più opportuno, ma la necessità di risorse adeguate per la loro gestione è stringente. Dal 2010 non abbiamo più ricevuto nulla per le retribuzioni del personale della formazione professionale (oltre 6 milioni all’anno) a suo tempo trasferitoci dalla Regione, e se fin qui abbiamo sopperito con fondi di  bilancio, ora non è più possibile».

La situazione «è talmente difficile  e incerta – dice Piero Fossati - che non potremo approvare il bilancio di previsione 2013 entro il prossimo 31 dicembre, come era sempre avvenuto, e saremo costretti a ricorrere all’esercizio provvisorio. Se tutto ciò, però, si protrarrà troppo a lungo saremo comunque a rischio di default».

La Provincia che non si arrende ai tagli lancia «un piano di cessioni del patrimonio immobiliare per 18 milioni di euro – ha detto il direttore generale Araldo - sta estinguendo mutui con un risparmio annuo di quasi 200.000 euro di interessi, sta rivedendo organizzazione e contribuzione di enti e società partecipate e dovrà purtroppo anche aumentare da gennaio l’Ipt, l’imposta provinciale sulla trascrizione dei veicoli, per compensare le minori entrate del tributo dovute al netto calo del mercato automobilistico (la tariffa base dei passaggi di proprietà salirà così di 15 euro, dai 175 attuali a 190). Anche la struttura, dirigenti e personale dei servizi della Provincia, potrà essere ulteriormente riorganizzata e ripensata per ottenere i massimi risparmi possibili e le attività in passato affidate all’esterno torneranno ai dipendenti interni».

Tutto questo è «già in corso - dice il commissario – ma se non riusciremo a ridurre in modo consistente i tagli nazionali, non basterà a garantire le risorse necessarie al funzionamento e al lavoro dell’ente. E sia chiaro: non si tratta dei costi della politica, di contributi a pioggia, di consulenze o auto blu, ma della manutenzione delle strade provinciali, dello sgombero della neve e degli interventi invernali con i quali la Provincia sosteneva anche i piccoli Comuni in forte difficoltà nella gestione della viabilità, della manutenzione ordinaria, perché purtroppo i continui tagli hanno reso una chimera quella straordinaria, agli edifici scolastici, del trasporto scolastico e della formazione degli studenti svantaggiati, di non poter continuare a sostenere i Comuni nel trasporto pubblico locale, di limitare le attività di controllo sull’ambiente e per la salvaguardia del territorio».

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