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Economia

Spending review: l'allarme dell'unione province, rischio dissesto

«Come si fa a dire che 7,2 miliardi di tagli a Regioni, Province e Comuni, non sono una manovra? Altro che spending review, ancora una volta si fa pagare ai cittadini e agli Enti locali il conto della crisi». Lo dichiara il presidente dell'Upi Castiglione

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di GenovaToday

Genova - «Come si fa a dire che 7,2 miliardi di tagli a Regioni, Province e Comuni, non sono una manovra? Altro che spending review, ancora una volta si sceglie la via di fare pagare ai cittadini e agli Enti locali il conto della crisi». Lo dichiara il presidente dell’Upi Giuseppe Castiglione, annunciando per domani, giovedì 5 luglio 2012, una riunione straordinaria dell’ufficio di presidenza dell’Unione delle Province italiane in cui decidere le iniziative da mettere in campo contro i tagli della manovra.

«Troviamo davvero scorretto – afferma Castiglione – dovere apprendere i contenuti del provvedimento dalla stampa, dopo essere stati convocati ad un tavolo ufficiale con il Governo in  cui invece nulla ci è stato detto né sulle modalità che si intende adottare né sui numeri cui fare riferimento. Se ci atteniamo alle bozze circolate sui media, è chiaro che le cifre dei tali che vengono addebitate alle Province sono del tutto inaccettabili: 500 milioni di taglio nel 2012 e 1 miliardo nel 2013, che si aggiungono a quelli già stabiliti dalle manovre precedenti, tutte durissime, che ci hanno ridotto di 3,3 miliardi i bilanci da qui al 2014. Si continua poi a suddividere il peso dei tagli in maniera del tutto sproporzionata, con un carico sempre maggiore sulle Province. Questo è evidente, calcolando l’incidenza del taglio sulla spesa corrente: per il 2012 per le Province si tratta del 5,9%, contro il 2,6% delle Regioni e lo 0,97% dei Comuni. E nel 2013 arriviamo ad un taglio del 11,8% per le Province contro il 4,33% delle Regioni e il 3,8% dei Comuni. A questo punto diventa perfino ridicolo continuare a parlare di razionalizzazione delle Province: con queste cifre almeno la metà delle Province andrà in dissesto nel 2012 e nel 2013 tutte le altre».

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