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Economia

Saldi estivi, la richiesta di Confesercenti: «Posticiparli almeno a metà luglio»

La richiesta di Fismo a livello nazionale e locale: spostare al 17 luglio - come minimo - la data d'inizio delle promozioni per consentire ai negozianti di rifarsi delle perdite subite durante il lockdown

Oltre 13 miliardi di fatturato “bruciati” in un anno di pandemia di coronavirus, e il comparto abbigliamento lancia l’appello: posticipare i saldi a fine luglio, invece del 3 previsto attualmente, per consentire ai negozi di rifarsi delle entrate mancate causate dai lockdown e dalle chiusure.

A lanciare la proposta sono Fabio Tinti, presidente nazionale di Fismo, l’associazione di categoria che riunisce le attività di commercio moda aderenti a Confesercenti, e i due vicepresidenti nazionali dell’associazione Benny Campobasso e la genovese Francesca Recine: «Non si può chiedere ai negozi di moda di dare subito il via ai saldi, passare immediatamente dalla mancata vendita alla svendita mette in grave difficoltà le imprese, già al limite», fanno sapere in una nota, ricordando che in Liguria la pandemia è costata oltre 390 milioni.

«Fismo Nazionale ha più volte ribadito la necessità di spostare la data di inizio dei saldi almeno a fine luglio, per dare un po’ di respiro ai negozi del dettaglio di abbigliamento e calzature, e per avvicinarla al termine naturale della stagione - spiegano ancora le organizzazioni - Far partire le vendite di fine estate una settimana dopo l’inizio della stessa è ridicolo e dannoso soprattutto per le attività di minori dimensioni. Le regioni possono ancora ripensarci», concludono i rappresentanti nazionali dell'associazione.

La Liguria ha già portato la richiesta in Conferenza delle Regioni attraverso l’assessore regionale allo Sviluppo Economico, Andrea Benvenuti, fissando a non prima 17 luglio il giorno d’inizio dei saldi: «Sembra tuttavia che l'orientamento maggioritario tra le regioni sia appunto per il 3 luglio - sottolinea Recine - Da parte nostra, pur riconoscendo l'importanza di rifissare la partenza dei saldi nello stesso giorno su tutto il territorio nazionale, conquista ottenuta con grande fatica, siamo convinti che la Conferenza delle Regioni debba fare la scelta chiesta dalla stragrande maggioranza degli operatori a livello nazionale e non dalla grande distribuzione o da chissà quali altri interessi».

«Dispiace essere rimasti l’unica associazione convinta che l’eventuale scelta del 3 luglio per l’inizio dei saldi non sia l’unica possibile e soprattutto la scelta giusta per tutelare il piccolo commercio», conclude Recine. Il tema era già stato affrontato in occasione dei saldi invernali. La Liguria aveva scelto di farli partire il 29 gennaio, con il divieto ai commercianti di fare promozioni nei 30 giorni antecedenti alla data d’inizio.

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