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Economia

I sacchetti per frutta e verdura diventano a pagamento

Dal primo gennaio 2018 devono essere biodegradabili e compostabili, ma a pagare saranno i consumatori

Anno nuovo, tassa nuova. Dal primo gennaio 2018 anche a Genova sono messi al bando i sacchetti di plastica leggeri abitualmente utilizzati per imbustare verdura e frutta, ma anche affettati, carne o pesce. Al loro posto sacchetti compostabili e biodegradabili, che saranno però a pagamento in tutti i negozi e supermercati. Sono questi gli effetti del decreto legge numero 91 del 2017 (convertito con la legge numero 123 del 2017) per rispondere ai nuovi standard fissati dalle normative europee per ridimensionare l'inquinamento provocato dalla plastica. 

Il costo dei sacchetti

Il costo di ogni sacchetto dovrebbe essere di pochi centesimi, tra uno e cinque, ma considerando che ogni volta che andiamo a fare la spesa utilizziamo diverse di queste buste (non è possibile utilizzare la stessa mettendo dentro diversi prodotti) nell'arco di un anno il Codacons ha calcolato un possibile incremento di spesa per famiglia tra i 20 e i 50 euro. I sacchetti, inoltre, non potranno essere riutilizzati per una spesa successiva perché violerebbero le norme igieniche e sono previste sanzioni pesanti per i venditori che non si adegueranno alle nuove norme, a partire da 2500 euro. 

Il commento di Confesercenti

Critico il presidente di Fiesa Confesercenti Gianpaolo Angelotti: «Si tratta di un nuovo balzello che graverà sui consumatori e complicherà la vita alle imprese del settore. Se da un lato è necessario alzare il livello di impegno per aumentare la consapevolezza dei cittadini sugli impatti che le borse di plastica hanno sull’ambiente, dall’altro non si può scaricare sempre i costi sui consumatori e sulle imprese della distribuzione». 
 
«Più corretta - conclude Agelotti - sarebbe una previsione legislativa capace di introdurre comportamenti virtuosi nella fase produttiva, imponendo l’utilizzo di materiali eco-compatiìbili già nella fase primaria. Conviviamo allegramente con milioni di produzioni di bottiglie di plastica difficili da smaltire, a tutti i livelli dalle acque alle bibite, senza che nessuno faccia o dica qualcosa e poi si cerca di intervenire sui micro sacchetti: è un po’ una contraddizione di sistema».

   

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