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Protezione Civile: volontari pagano di tasca propria soccorsi in autostrada

«Siamo costretti a pagare il pedaggio e addirittura i generi di conforto, come le bottigliette d'acqua per le persone in coda nonostante gli accordi stipulati». Lo denuncia l'assessorato alla Protezione Civile della Liguria

Protezione Civile ligure «costretta a pagare il pedaggio e i generi di conforto per i loro assistiti in autostrada». Questa l'accusa dei volontari della Protezione Civile della Liguria chiamati da Società Autostrade a soccorrere automobilisti bloccati o a agevolare lo spegnimento di incendi.

«Siamo costretti a pagare il pedaggio e addirittura i generi di conforto, come le bottigliette d'acqua per le persone in coda nonostante gli accordi stipulati». Lo denuncia l'assessorato alla Protezione Civile che ha minacciato la rescissione degli accordi presi nel 2009 per agevolare gli interventi sulla rete autostradale.

In una lettera inviata al direttore del primo tronco Riccardo Rigacci, l'assessore regionale Renata Briano scrive della «profonda insoddisfazione dei rappresentanti del Volontariato ligure», che è stato «più volte chiamato a intervenire, talora su vostra espressa richiesta di attivazione, sia per portare assistenza agli automobilisti, sia per raggiungere più agevolmente gli scenari degli incendi boschivi».

Secondo Briano «è stato disatteso il protocollo di intesa del 2009 che serviva appunto ad agevolare le procedure operative del Volontariato nelle attività di soccorso stradale».

L'ultima emergenza che ha fatto arrabbiare i volontari ai primi di agosto 2013 quando centinaia di automobilisti rimasero bloccati sotto il sole per ore lungo la A12 per un incidente a Rapallo e «i volontari furono costretti a pagare di tasca loro 200 euro per le bottiglie d'acqua con cui dissetare gli utenti».

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