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Economia

La protesta in tenda dei ristoratori a De Ferrari non si ferma: «Avanti a oltranza sinché non arriveranno risposte»

I manifestanti sono in presidio h24 sotto il palazzo della Regione da venerdì, critiche in particolare alla decisione di consentire ai locali di aprire solo se hanno spazio esterno

Prosegue a oltranza il presidio h24 dei ristoratori aderenti alla Protesta Ligure, che da venerdì pomeriggio sono nei pressi della tenda da campeggio allestita sotto la sede della Regione, in piazza De Ferrari.

Al centro della protesta ci sono i provvedimenti adottati dal governo in vista delle riaperture, in particolare la decisione di consentire ai ristoranti di aprire a pranzo e a cena a patto che possano garantire un posto all’aperto: per i manifestanti, da settimane volto e voce del mondo della ristorazione e delle categorie economiche messe in ginocchio dalla pandemia di coronavirus e dai diversi dpcm, si tratta di un provvedimento penalizzante e iniquo, che privilegia solo chi ha spazio per allestire un dehor.

Le stesse perplessità erano state espresse anche da Confesercenti, che aveva sottolineato come gran parte delle attività di ristorazione di Genova non possano contare su spazi esterni e puntato il dito contro misure «che si traducono di fatto in una nuova stretta. La distanza obbligatoria ipotizzata, di due metri tra i tavoli, sarebbe una restrizione inapplicabile per decine di migliaia di ristoranti, il 60% dei quali non ha uno spazio esterno, e praticamente per tutti i bar. E anche dove fosse fisicamente possibile implementare la misura, si ridurrebbe drasticamente la capacità di lavoro dei locali al chiuso, obbligandone migliaia alla chiusura definiti».

Il presidio dei ristoratori, che va avanti su turni giorno e notte, ha riscosso grande solidarietà da parte dei colleghi e non solo, con consegna di generi alimentari per aiutarli a portare avanti la protesta: «Vogliamo far capire alla gente i nostri problemi - spiegano i manifestanti - il governo deve aiutarci con ristori concreti che coprano i nostri costi, elevatissimi. Sinché non avremo risposte non ce ne andremo».

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