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Economia

Porto, i nodi da sciogliere in vista del 17 settembre: si pensa all'apertura notturna

La riduzione dei mezzi pesanti e dei container sulla viabilità ordinaria è uno degli obiettivi principali di Comune, Regione, Autorità Portuale e operatori: ecco le soluzioni cui si è pensato

Non solo traffico e viabilità. Anche il porto, e la sua operatività, sono al centro degli sforzi di Comune, Regione e operatori per far fronte all’emergenza post crollo del ponte Morandi.

Gli effetti della caduta del viadotto dell’A10 si fanno sentire in due modi distinti, e ugualmente complicati da gestire: da un lato ci sono le difficoltà legate al trasporto delle merci dopo che le macerie del gigante di calcestruzzo e acciaio si sono abbattute sulla linea ferroviaria riservata ai container di Sampierdarena, bloccandola e lasciando le banchine isolate; dall’altra c’è il traffico dei mezzi pesanti, che nelle ultime settimane si sono spesso mescolati ad auto, bus e scooter appesantendo ulteriormente la viabilità ordinaria già messa a dura prova.

Due, dunque, i nodi da sciogliere in vista del 17 settembre, una data importante non soltanto per la riapertura delle scuole, che segnerà il ritorno della città al “pieno regime”, ma anche per la ripresa dell’attività nelle fabbriche e il conseguente incremento di traffici di merci. E su questi due macro aspetti si sono concentrati gli incontri e gli sforzi di Autorità Portuale, Comune, Regione e Operatori.

Strada dell’Ilva pronta entro il 20 settembre

Per quanto riguarda la circolazione su strada, l’obiettivo è la riapertura della cosiddetta “Strada del Papa”, la strada interna all’Ilva che consentirà ai mezzi di pesanti di “saltare” la viabilità ordinaria e arrivare in porto sfruttando una corsia preferenziale. Termine ultimo per l’apertura della strada è il 20 settembre, giorno in cui a Genova inaugurerà la nuova edizione del Salone Nautico: «Da subito abbiamo segnalato l’urgenza di individuare una forma di circolazione alternativa dedicata al trasporto merci - conferma Giampaolo Botta, direttore generale di Spediporto - Le forze in campo si sono attivate e hanno individuato nella “Strada del Papa” un’alternativa stradale in grado di garantire al trasporto merci una via di accesso privilegiata e che non andasse a incidere su, traffico dei veicoli privati. La strada ancora non è stata ripristinata, e a oggi esistono ancora criticità, ma i lavori procedono a velocità sostenuta e riteniamo che sia possibile aprirla entro il 20 settembre».

In queste settimane di incertezza i mezzi pesanti continuano dunque a mescolarsi ai veicoli privati sulle strade della città, complicando ulteriormente la situazione e in certi casi finendo per effettuare manovre vietate: non è affatto raro, in questi giorni, notare tir e camion imboccare la Sopraelevata nonostante il divieto.

«Ne siamo perfettamente consapevoli - conferma Botta - e siamo i primi a dire che è fondamentale presidiare adeguatamente con la Municipale la Sopraelevata. Purtroppo la maggior parte dei camionisti non è italiana, gli autisti non conoscono bene la città e la lingua e la situazione attuale li sta confondendo, vanno “a naso”, e si trovano spesso in Sopraelevata. Sino a quando non sarà potenziata la segnaletica stradale è necessario presidiarla con i vigili, in modo che non si creino situazioni di caos che vanno a peggiorare quella attuale, già difficile».

Ferrovia: sensori e monitoraggi per ripristinare la via ferrata

L’altro nodo da sciogliere, quello dello spostamento dei container via ferrovia, è strettamente legato alla zona rossa e all’inchiesta con cui la procura di Genova sta tentando di fare luce e attribuire responsabilità per il crollo del Morandi. Accartocciandosi su se stesso, il ponte ha invaso con le sue macerie la zona lungo il Polcevera, bloccando i binari della via ferrata dedicata al trasporto merci e lasciando la città priva di un asset logistico molto importante. 

Ponte Morandi: 300mila euro per i sensori, si attende la data di installazione

Sinché la zona rossa - quella a rischio ulteriori cedimenti - non verrà però ridimensionata, Rfi non può intervenire per ripristinare la circolazione, ed è a questo scopo che in questi giorni verranno installati i sensori e i puntatori laser necessari per un monitoraggio continuo dei resti del Morandi: «La gran parte delle macerie è stata tolta - conferma ancora Spediporto - I rilievi dovrebbero durare qualche giorno, se il riscontro sarà positivo e il ponte risulterà abbastanza stabile il Comune darà il via libera per l’accesso alla zona rossa, il che significa che Rfi potrà entrare nell’area e intervenire per ripristinare i binari: la stima effettuata è di circa 20 giorni di lavori da quando avranno accesso all’area. 

Si tratta di un tema «di grande importanza - sottolinea ancora Botta - perché non poter utilizzare la ferrovia significa avere isolato il porto da direttrici commerciali che lo uniscono al Nord Italia e  alNord Europa, e pone in questo caso ultori problemi legati al traffico: tutti i container che sino al 14 si muovevano attraverso la via ferrata si sono trasferiti sulle strade».

Apertura notturna del porto per smaltire le operazioni

Alleggerire il traffico non è dunque sufficiente per impedire un blocco delle operazioni: da qui l’idea, caldeggiata dagli operatori del porto, di prolungare gli orari di attività dello scalo e garantire così la gestione ottimale delle merci che arrivano via mare e via terra: «Dobbiamo tenere conto dell’apparato strutturale del porto, soprattutto di quello di Sampierdarena. Vorremmo cercare di superare le difficoltà anche riorganizzando le operazioni».

L’idea è quella di anticipare l’apertura dello scalo alle 4 del mattino anziché alle 6, e di prolungarla nella notte: «In questo modo - spiega Botta - Tra le 4 e le 7 del mattino le merci possono entrare e uscire su camion e contenitori senza andare a impattare sul traffico delle ore di punta, riducendo sensibilmente il numero di mezzi pesanti. Dobbiamo farci trovare pronti, al massimo della nostra capacità organizzativa, per il 17 settembre, quando anche i traffici mercantili dovrebbero tornare a pieno regime. Non possiamo sottrarci dall’impegno nel dare massima disponibilità affinché il porto funzioni al meglio senza intralciare la città, modificando e innovando i modelli organizzativi che abbiamo usato sino a oggi».

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