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Economia

Pnrr, Toti lancia l'allarme: "Difficile spendere 200 miliardi se non si cambia passo"

Il presidente della Regione Liguria spiega: "Stiamo parlando di spendere 200 miliardi di euro in un lasso di tempo in cui normalmente una pubblica amministrazione riesce sì e no a fare un progetto esecutivo. È chiaro che se non si cambia passo non sarà facile spenderli tutti"

Sul Pnrr c'è la possibilità di fare bene, a patto di cambiare regole e mentalità: questo è in sintesi il pensiero del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, espresso a margine della prima edizione de “L’Italia delle Regioni’ il Festival delle Regioni e Province Autonome, organizzato dalla Conferenza delle Regioni lunedì a Palazzo Lombardia Milano e martedì 6 dicembre, a Villa Reale a Monza alla presenza delle più alte cariche dello Stato.

"Oggi siamo qui a parlare di come modernizzare e dare un assetto istituzionale efficiente al Paese - spiega Toti - di come darci delle regole che ci consentano di utilizzare i soldi che ci sono, di valutare le classi dirigenti sui territori, di costruire una collaborazione più efficace tra governo e autonomie dei territori. Questo è il tema centrale della giornata e mi auguro che ne usciremo con delle buone idee e soprattutto che saranno ascoltate".

Sul Pnrr in particolare Toti aggiunge: "Valuteremo alla fine dell’anno. Sapevamo che non era facile né scontato: stiamo parlando di spendere 200 miliardi di euro aggiuntivi rispetto a soldi già stanziati dallo Stato, in un lasso di tempo in cui normalmente una pubblica amministrazione riesce sì e no a fare un progetto esecutivo, stando ai tempi di realizzazione dei grandi progetti strategici del Paese. È chiaro che se non si cambia passo non sarà facile spenderli tutti: occorre darci delle regole, occorre semplificare. Se qualcuno ha voglia di venire a imparare qualcosa, il ‘modello Liguria’ può certamente essere un esempio nazionale con le opere che abbiamo realizzato e stiamo realizzando in tempi rapidi. Per questo dico che non si tratta solo di regole, serve anche un’assunzione di responsabilità da parte della classe dirigente del Paese, a tutti i livelli istituzionali”.

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