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Economia Centro / Largo XII Ottobre

Crisi: "Berti" chiude per sempre, se ne va un pezzo di storia

“Berti”, negozio simbolo dell’eleganza da mezzo secolo, chiude i battenti definitivamente. Vano il tentativo dell'imprenditore lombardo Silvano Franchi che nei giorni scorsi ha cercato in extremis di rilevare marchio e personale

La città intera, non solo il commercio genovese, perde un pezzo di storia. Oggi “Berti”, negozio simbolo dell’eleganza da mezzo secolo, chiude i battenti definitivamente. Affitti troppo alti, l’acuirsi di una crisi economica che non risparmia nessuno, l’esplosione degli acquisti su internet e la grande distribuzione sono alcuni tra i motivi che hanno condotto lo storico negozio alla fine, dopo una lenta agonia iniziata nel 2002. Al suo posto una multinazionale di articoli e arredamento da giardino.

Non sono riusciti a salvarlo l’accentramento dell’attività nel locale di Piccapietra né la riduzione all’osso del numero di dipendenti né un tentativo, fallito, di ottenere un concordato preventivo. 

Non ce l’ha fatta nemmeno colui che è stato proprietario dell’impresa dal 1975 che, con i proventi della vendita di parte del proprio patrimonio personale, qualche anno fa provò ad acquistare dal fallimento Berti il ramo di azienda storico e il magazzino, a rate, con un contratto che prevedeva che, in caso di mancato pagamento di tre rate del debito, l’azienda dovesse essere restituita alla curatela fallimentare. Cosa che puntualmente avvenne.

E non ha conseguito l’intento neppure l’imprenditore lombardo Silvano Franchi che, dopo avere comprato l’ultimo stock di abiti, nei giorni scorsi ha cercato in extremis di rilevare marchio e personale e di convincere i futuri inquilini a recedere dal contratto di affitto a trasferirsi in uno spazio adiacente che a breve sarà lasciato libero. “Troppo tardi”, la motivazione del rifiuto.

Da oggi la saracinesca di “Berti” non si alzerà piu. Dopo cinquant’anni di prestigiosa attività. Dopo l’improvvisa affissione sulle vetrine del negozio, nello scorso mese di aprile, di un cartello con scritto “chiuso per inventario”, al quale tutti hanno fatto finta di credere pur avendo capito verso cosa ci si stesse avviando. Dopo cinque mesi di vendita straordinaria con persone in fila per ore per prendere il numero che permetteva di entrare nel locale, come voluto dal curatore, ed effettuare acquisti a prezzi stracciati.

E di questi tempi non sarà l’ultima serranda a chiudere per sempre. Purtroppo.

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