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Moneta elettronica, è boom: a Genova un Pos ogni 25 abitanti

Confartigianato: «Inevitabile lo sviluppo della moneta elettronica, sicuro vantaggio per i consumatori, ma ancora un aggravio per le imprese italiane»

In Liguria, così come in Italia, i Pos hanno registrato un vero e proprio boom nell’ultimo triennio. Nella nostra regione sono quasi 67 mila i terminali, è quanto emerge da uno studio realizzato da Confartigianato con il presidente Grasso che commenta:  «Inevitabile lo sviluppo della moneta elettronica, sicuro vantaggio per i consumatori, ma ancora un aggravio per le imprese italiane»

I dati sui Pos in Liguria

66.636 Pos in Liguria, uno ogni 24 abitanti. I lettori di moneta elettronica attivi alla fine del 2016 (ultimi dati disponibili) sono aumentati di oltre 20.600 unità dal 2010. È quanto rende noto l’Ufficio studi Confartigianato su dati Banca D’Italia. Una crescita determinata in prospettiva anche dal fatto che, dal primo gennaio di quest’anno, per qualsiasi transazione commerciale (anche per importi inferiori a 5 euro), artigiani, liberi professionisti, imprese ed esercenti del commercio hanno l’obbligo di munirsi di Pos per consentire i pagamenti tramite bancomat.

Le novità

Con la Legge di bilancio 2018 entra in vigore anche la norma sulle sanzioni per chi viola l’obbligo di dotarsi di lettori di moneta elettronica: un provvedimento che punta ad accelerare ulteriormente la diffusione e utilizzo della moneta elettronica, cresciuto vertiginosamente nell’ultimo triennio. I dati lo dimostrano: dal 2013 al 2016 le transazioni nazionali sono aumentate del 46,5%, con un trend maggiormente accentuato rispetto alla spesa per consumi finali delle famiglie (che dal 2013 è aumentata del 4,3%), evidenziando proprio un crescente utilizzo da parte di imprese e consumatori. Nel 2006 i Pos erano più di 1 milione e 130 mila, ed effettuarono oltre 770 milioni di operazioni per un controvalore di oltre 71 miliardi e una spesa media di 93 euro; nel 2016 i Pos sono quasi raddoppiati, hanno elaborato 1 miliardo e 800mila operazioni per un controvalore di oltre 115 miliardi e una spesa media di 63 euro.

Anche in Liguria l’accelerazione è stata recente: i Pos sono aumentati del 13,9% tra 2013 e 2016, mentre nel precedente triennio (2010-2013) l’andamento era addirittura in calo (-0,7%). La fotografia provinciale mostra Genova in testa per numero di Pos, 34.534 in totale (+15,9% nel triennio, un’incidenza di 1 ogni 25 abitanti). A Savona i Pos sono 12.659 (1 ogni 22 abitanti, +9,9% nel triennio). Imperia ne conta 9.932 (1 ogni 22 abitanti, crescita del 12,8%). Alla Spezia 9.511 Pos (cresciuti del 13,4% tra 2013 e 2016, sono 1 ogni 23 abitanti).

I problemi per le imprese

«La moneta elettronica sta inevitabilmente subentrando a quella cartacea, favorita anche dalle nuove tecnologie, con un vantaggio di praticità per i consumatori. – commenta Giancarlo Grasso, presidente di Confartigianato Liguria – Ma non possiamo dire altrettanto per le nostre micro imprese: fino a quando in Italia non saranno abbattuti i costi complessivi delle transazioni, questo servizio rappresenta al momento un ulteriore aggravio da sostenere, per giunta in presenza di ricavi contenuti».

Risultano ancora insufficienti le misure previste da un recente decreto legislativo, dove si prevede che le commissioni bancarie non possano superare lo 0,2% del valore dell’operazione per ogni pagamento tramite carta di debito o prepagata e lo 0,3% per le operazioni tramite carta di credito. Lo stesso decreto abbassa anche la franchigia massima a carico degli utenti nel caso di pagamenti non autorizzati, che passa da 150 a 50 euro.

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