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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia

Lavoro: aumentano assunzioni e licenziamenti

Un mercato del lavoro più dinamico in cui si assume di più ma si perde anche più facilmente il posto. È quanto emerge dal borsino semestrale del lavoro della provincia di Genova

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di GenovaToday

Genova - Un mercato del lavoro più dinamico in cui si assume di più ma si perde anche più facilmente il posto. È quanto emerge dal borsino semestrale del lavoro della provincia di Genova. Il confronto fra i primi sei mesi 2012 e del 2012 ci dice che le assunzioni sono state quasi 14.000 in più salendo a 92.288 Ma nel contempo la differenza fra accessi e cessazioni è scesa a quota 6.840, contro il saldo più positivo (7.739) dello stesso periodo del 2011.

Però le proroghe, non vere stabilizzazioni, ma comunque allungamenti dei contratti, sono cresciute di 3.000 unità, da 18mila a 21mila. La maggiore mobilità riguarda i maschi, ma la differenza di genere è di pochi punti percentuali.

Percentualmente, ma non in valore assoluto, calano di 3 punti i contratti a tempo indeterminato, che nel 2012 hanno rappresentato il 14% del totale. Erano il 20% nel 2010. Raddoppiano, da 8 a 17%, le somministrazioni (l’ex interinale), restano stabili le altre tipologie. A sorpresa,  si restringe - dell’1% - lo spazio per gli extracomunitari.

I sette centri per l’impiego, i tre informa-lavoro e l’ufficio inclusione della provincia hanno erogato nel primo semestre oltre 6.000 voucher a quasi 3.500 lavoratori. L’impegno degli undici uffici provinciali dislocati sul  territorio ha permesso di segnalare alle aziende 6.306 persone a fronte di 697 domande pervenute dalle imprese per coprire 884 posti di lavoro. I tirocini attivati dalla provincia di Genova sono stati 885, ma il dato numericamente di maggior impatto sono i 24.745 colloqui di orientamento forniti dagli undici uffici provinciali, dei quali circa 23mila dai sette centri per l’impiego.

In sostanza si lavora di più con più dinamicità - soprattutto fra i maschi -  con contratti più lunghi, ma con meno tempi indeterminati e cala, di poco, la quota degli extracomunitari.

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