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Economia

Sicurezza sul lavoro: calano gli infortuni, ma aumentano quelli mortali

L'analisi dei dati Inail dei sindacati Cisl e Cgil: tra 2019 e 2020 gli infortuni sono passati da 20.695 a 18.991 in Liguria, nel primo bimestre del 2021 sono stati 250 in meno rispetto allo stesso periodo del 2020. Quelli mortali sono invece aumentati del 91,30% passando dai 23 del 2019 ai 44 del 2020

Nella giornata mondiale per la sicurezza e la salute sul lavoro i sindacati hanno analizzato i dati relativi alla nostra regione per quello che riguarda le denunce di infortunio sul posto di lavoro. Se da una lato emerge un calo in termini assoluti nel primo bimestre del 2021 (e anche tra 2019 e 2020), dall'altro sono in crescita gli infortuni mortali e quelli che riguardano le donne. 

Nel primo bimestre del 2021 sono state infatti 2.858 le denunce d'infortunio in Liguria nel primo bimestre 2021, in calo di 250 sullo stesso periodo dell'anno precedente (- 8%); il calo è soprattutto dovuto al drastico ridimensionamento delle denunce di infortunio in itinere, quelle casa-lavoro (- 42,5%), mentre molto più contenuto è il decremento delle denunce in occasione di lavoro (-3,1%).

«Nonostante il calo degli infortuni, il dato è ancora mostruoso: 3 mila denunce in due mesi sono una enormità - commenta Fulvia Veirana segretaria generale Cgil Liguria - si deve cambiare l’assunto che la sicurezza e la salute sul lavoro sono un costo, solo così, mettendo al centro la vita delle persone prima del profitto si può pensare di cambiare le cose in questo Paese».

A livello territoriale il 53,2% delle denunce per luogo di accadimento vede Genova protagonista con 1.521 denunce (in calo del 12,4% sul 2020), Savona con il 19,7% (in calo del 3,8%), la Spezia con il 14,1% è l’unica provincia ove le denunce aumentano sul 1° bimestre 2020 (+ 13,5%) ed Imperia con il 13% (in calo del 13,9%). Per l’82,9% delle denunce si tratta di cittadini italiani, per il 13,9% si tratta di lavoratori Extra-UE (+7,6%) e solo per il 3,2% di lavoratori appartenenti all’UE (-5,2%). Se si valutano gli infortuni dal punto di vista anagrafico per il  45,3% l’età è compresa tra i 45 ed i 59 anni e per l’8,6% dai 60 ai 74 anni.

Per Veirana «L’opportunità che abbiamo davanti con le risorse che arriveranno dal Recovery Plan è unica: dobbiamo stravolgere l’attuale modello di sviluppo puntando su una nuova qualità del lavoro che tra gli obiettivi prioritari abbia anche quelli di perseguire salute e sicurezza di chi lavora».

La Cisl ha invece confrontato i dati relativi a 2020 con quelli dell'anno precedente rilevando, a fronte del netto calo degli infortuni maschili, frutto - purtroppo - del rallentamento imposto dal Covid a parte del lavoro industriale e dell’edilizia, un forte aumento di quelli mortali occorsi agli uomini, ma soprattutto alle donne. Lo dice Luca Maestripieri, segretario generale di Cisl Liguria. Secondo i dati Inail, confrontando l’annualità 2020 con quella precedente, si è verificato un calo dell’8,23% degli infortuni avvenuti nel territorio ligure, che sono passati da 20.695 a 18.991. «Una decrescita che corrisponde a più del doppio del dato territoriale del Nord Ovest (-4,05%) e che sta ad indicare che nella nostra Regione le attività di lavoro statisticamente più esposte al rischio hanno rallentato più che altrove. A questo, però, non ha fatto seguito un calo degli infortuni mortali che, anzi, sono aumentati del 91,30%, quindi quasi raddoppiati, passando in Liguria dai 23 del 2019 ai 44 del 2020. L’aumento è pari a cinque volte e mezzo il dato nazionale (+16,62%). Possiamo, dunque, parlare a pieno titolo di un’emergenza sicurezza sul lavoro in Liguria. Si tratta di una realtà allarmante, segnale che è stata abbassata la guardia e che la fretta e l’aumento dei ritmi di lavoro hanno determinato una pericolosa escalation del rischio nelle attività che sono sopravvissute al calo. Bisogna frenare subito, tornando alle buone pratiche per cui il sindacato ha tanto lottato, grazie anche all'impegno incessante dei nostri delegati nei posti di lavoro e dei responsabili della sicurezza dei lavoratori, per ottenere tutti i presidi necessari, i corsi di formazione e i ritmi di lavoro che consentano di garantire la migliore sicurezza. Laddove il lavoro è più regolare ed è qualitativamente superiore si registrano meno incidenti. E allora bisogna che le aziende si impegnino immediatamente a recuperare condizioni di sicurezza maggiormente tutelanti e che gli enti preposti al controllo intervengano con durezza per imporre il massimo rispetto delle norme».

Dall’analisi dei dati Inail nazionali, si scopre che, per quanto riguarda gli incidenti, a diminuire (del 22,14%) sono stati solo gli infortuni occorsi ai lavoratori di sesso maschile, mentre gli infortuni capitati alle lavoratrici sono leggermente aumentati (+1,68). A far calare il numero totale degli incidenti è stato anche il ricorso allo smart working: gli incidenti avvenuti mentre gli occupati andavano o tornavano dal lavoro sono, infatti, sono diminuiti del 13,61%, questa volta più per le donne che per gli uomini.

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