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Sabato, 20 Aprile 2024
Economia

Imu: Cgil, Cisl e Uil chierdono abolizione per chi ha una sola casa

La Cgil Genova e Liguria, insieme alle Camere del Lavoro ed al Sunia, ha assunto alcuni orientamenti per il confronto con gli enti locali sull’applicazione dell’Imu

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di GenovaToday

La Cgil Genova e Liguria, insieme alle Camere del Lavoro ed al Sunia, ha assunto alcuni orientamenti per il confronto con gli enti locali sull’applicazione dell’Imu. La Cgil considera sbagliato il modo in cui il Governo ha ripristinato la tassazione sul patrimonio costituito dalla casa, perché va distinto il possesso della casa di abitazione, per la quale tanti sacrifici sono stati fatti da molte famiglie, e la disponibilità di un patrimonio immobiliare significativo che una parte di cittadini ha accumulato. Per questo insieme a Cisl e Uil abbiamo chiesto di abolire l’Imu per chi ha un solo immobile in cui abita il nucleo familiare.

Per quanto riguarda l’azione a livello locale:
• chiediamo che i Comuni discutano con le organizzazioni sindacali del quadro complessivo dei bilanci e della tassazione locale ma riteniamo comunque necessario avanzare proposte sullo specifico capitolo dell’imposta sulla casa.
• l’aumento delle aliquote sulla prima casa viene motivata dagli enti locali che l’hanno annunciato, con l’esigenza di non ridurre i servizi sociali. Non condividiamo il fatto che un aumento di tassazione sia usato semplicemente per mantenere il sistema di servizi così com’è e rivendichiamo che, se si intende procedere all’aumento, questa sia almeno considerata occasione per riorganizzare i servizi e riorientare la spesa (integrazione tra
diversi settori di intervento, corretto rapporto tra regia pubblica e soggetti dell’impresa sociale e della cittadinanza attiva, ecc.)
• chiediamo che l’aliquota sull’abitazione principale non venga maggiorata rispetto al 4 per mille; in ogni caso, ed a maggior ragione se invece i comuni dovessero decidere diversamente, chiediamo che siano applicate detrazioni per fasce di popolazione più disagiate.

In particolare chiediamo di:
1. equiparare all’abitazione principale la casa dell’anziano o disabile ricoverato in modo permanente in struttura residenziale
2. prevedere detrazioni per disabili o anziani non autosufficenti presenti nel nucleo familiare
3. parificare all’abitazione principale le “seconde case” assegnate in usufrutto ai figli o ai genitori anziani
4. assegnare un contributo ai cittadini in condizioni svantaggiate o con redditi Isee
(Indicatore situazione economica equivalente) sino ad una certa soglia, maggiore nel
caso si tratti di lavoro dipendente o pensione
5. esentare coloro che hanno subito danni dalle alluvioni dello scorso anno
6. adottare correttivi nell’applicazione dell’imposta sulle seconde case per incentivare l’affitto ed in particolare l’affitto a canone concordato, ed evitare per quanto possibile che l’aumento si traduca in aumento del canone stesso.

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