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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia

Ilva, proteste per il "maxi tavolo" a Roma

Il governatore ligure Giovanni Toti al Mise insieme con il sindaco Marco Bucci e i rappresentanti sindacali del ramo genovese dell'azienda. Ma all'incontro partecipano decine di associazioni e interlocutori

Ministero dello Sviluppo Economico particolarmente “affollato” lunedì mattina per il tavolo sul futuro dell’ulva convocato dal ministro Luigi Di Maio, annunciato inizialmente come ristretto ai vertici della cordata Arcelor Mittal (che ha acquisito l’azienda), ai rappresentanti sindacali e degli enti locali e allargato poi dallo stesso Di Maio a oltre 62 delegazioni diverse.

Nessun focus su Genova e Cornigliano, dunque, come richiesto da Toti, Bucci e dalle segreterie sindacali: in mattinata a Roma sono arrivati i sindaci di tutti i Comuni che gravitano nella galassia Ilva e i governatori di Puglia, Liguria e Piemonte, il presidente dell’autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, Paolo Emilio Signorini, i prefetti di Taranto e Genova, tutte le sigle sindacali, e ancora le associazioni degli imprenditori,il sindacato dei manager Federmanager, il Codacons, l’associazione dei commercianti di prodotti ferrosi, Assofermet, membri di associazioni ambientaliste, comitati civici e di quartiere e altre micro associazioni locali che si sono occupati della vertenza nel corso degli anni.

Un tavolo decisamente affollato, come detto, che ha suscitato non poche perplessità tra i partecipanti liguri. Su Ilva, infatti, Toti aveva chiesto in accordo con le sigle sindacali un incontro dedicato, focalizzato sullo stabilimento di Cornigliano e sul rispetto dell’accordo di programma siglato nel 2005.

Il commento di Toti

Nell’incontro odierno iniziato a Roma intorno alle 10, invece, la vertenza genovese ha avuto molto meno margine di discussione di quanto governatore ligure e sindacati si erano auspicati: «Quello di oggi su Ilva a Roma è stato un tavolo interlocutorio e non di negoziato che dovrà tornare ai suoi tavoli definiti. Come Regione Liguria invieremo al ministro Di Maio, nelle prossime ore, le nostre ulteriori osservazioni sul piano ArcelorMittal», è stato il commento di Toti al termine della riunione sul futuro di Ilva al Ministero dello Sviluppo Economico.

«Abbiamo potuto vedere che Mittal ha implementato ulteriormente il suo piano, sia industriale che ambientale  - ha quindi aggiunto il governatore ligure - le associazioni presenti hanno fatto domande, cosi come il sindaco di Genova che ha chiesto informazioni specifiche sulla città. Al termine il ministro Di Maio ci ha chiesto di inviare ulteriori informazioni via mail, cosa che faremo nelle prossime ore.  È evidente che il negoziato dovrà tornare ai suoi propri tavoli - ha concluso - ovvero per quanto riguarda le relazioni industriali a quello tra azienda, governo e sindacati e poi quello di Genova sull’accordo di programma del 2005 che ha chiuso le aree a caldo con tutti gli obblighi che ne discendono per la Pubblica Amministrazione e per le imprese genovesi, infine quello di Taranto sul piano di ambientalizzazione del quartiere».

Il commento dei sindacati

«Navighiamo nelle nebbie - così Bruno Manganaro, segretario Generale Fiom Cgil Genova -. Se si vuole risolvere la questione Ilva, il Governo deve chiarire se la gara è legittima oppure no e deve convocare un incontro tra Mittal, sindacato e Governo nel pieno del suo ruolo, tavolo di confronto che affronti seriamente le questioni legate al futuro del Gruppo, dei suoi lavoratori e del rispetto dell'Accordo di Programma per Genova».

«Con 62 delegazioni al tavolo - dice Alessandro Vella, segretario generale Fim Liguria - e un minuto a testa per osservazioni di carattere tecnico era oggettivamente impossibile sviluppare un dialogo costruttivo ed entrare nel merito delle questioni. Auspichiamo la ripresa della trattativa e una data d'incontro che dovrebbe esserci con i sindacati per sciogliere i nodi sull'occupazione. A meno che il ministro Di Maio, che continua a prendere tempo, non abbia in mente altre scelte per il destino diserurgia italiana».

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