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Ilva, Pd Liguria: «Risanare senza chiudere impianti»

Il Pd della Liguria è intervenuto per ribadire che l'Ilva di Taranto non può chiedere, bisogna procedere al risanamento senza fermare gli impianti della filiera Taranto-Novi- Genova Cornigliano

Genova - Il Pd della Liguria è intervenuto ieri, martedì 18 settembre 2012, per ribadire che l'Ilva di Taranto non può chiedere, bisogna procedere al risanamento senza fermare gli impianti. «La vicenda Ilva ha avuto un nuovo grave avvitamento - hanno denunciato in una nota congiunta il segretario, Giovanni Lunardon, e il responsabile del Forum Lavoro, Mario Margini -. La Procura della Repubblica di Taranto ha esplicitato il fatto che l'azienda non può produrre, ma deve limitarsi solo a rimettere in sesto gli impianti per ridurre l'inquinamento. Ciò nella sostanza vuol dire che l'intera filiera siderurgica nazionale Taranto-Novi-Genova in tempi differenziati è destinata a fermarsi».

Per Margini e Lunardon, la compatibilità tra industria e ambiente a Taranto e in altri siti produttivi «è un'esigenza non più rinviabile, ma deve avvenire mantenendo inalterata, nel limite del possibile, la filiera produttiva. A Genova - precisano - anni di lotta hanno portato alla chiusura del ciclo integrale (altoforno) e alla costruzione di uno stabilimento siderurgico (seconda lavorazione) compatibile con l'ambiente. Genova perciò rischia di pagare sul piano produttivo responsabilità maturate in altre parti del Paese». Secondo il Pd ligure, sono necessarie scelte strategiche «sia nazionali sia europee» per definire una nuova politica dell'acciaio (Ansa).

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