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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Economia

Ilva, tensione in assemblea. I sindacati: «Nessun accordo senza garanzie»

Proseguono a Roma le trattative tra governo e Arcelor Mittal per il destino del complesso siderurgico. Fiom e Uilm, però, puntano i piedi: i lavoratori riassorbiti devono essere 14mila

Ancora tensione a Genova per la vertenza Ilva: a margine dell’assemblea generale convocata giovedì mattina nello stabilimento di Cornigliano dalla Fiom, i lavoratori (compresi quelli in cassa integrazione) hanno votato un documento che impegna i sindacati a non accettare alcun accordo che non assicuri la continuità occupazionale a tutti e 14mila i dipendenti.

L’assemblea è stata convocata da Fiom e Uilm in concomitanza con la ripresa dei lavori al tavolo convocato al Mise, a Roma, cui partecipano rappresentanti sindacali, del governo e di Arcelor Mittal, la cordata che ha acquisito l’azienda e che dopo lunghe e tese trattative si è impegnata ad assumere 10mila dipendenti sui 14mila totali. Inaccettabile per Fiom e Uilm, mentre da parte di Fim è arrivata la disponibilità a portare avanti la trattativa. A Cornigliano, stando alle stime dei sindacati, sarebbero a rischio 600 posti di lavoro.

Anche dal punto di vista economico, le posizioni di azienda e sindacati sono distanti: con il passaggio alla nuova cordata, i lavoratori si vedrebbero tagliare gli stipendi, altro aspetto su cui i sindacati si stanno battendo. Nei prossimi giorni proseguiranno gli incontri e le assemblee, ma da Genova il messaggio è chiaro: niente accordo senza garanzie per tutti i lavoratori, in caso contrario si scenderà nuovamente in piazza.

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