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Economia

Lavoratori Ericsson sul piede di guerra, sciopero e presidio in Regione

I dipendenti si sono dati appuntamento per martedì 6 giugno in via Fieschi, giorno del consiglio Regionale, per chiedere interventi concreti contro la procedura di licenziamento collettivo

Continua la protesta dei lavoratori di Ericsson, che per martedì 6 giugno si sono dati appuntamento sotto il palazzo della Regione, in via Fieschi, per partecipare al consiglio Regionale e chiedere interventi concreti da parte delle istituzioni per scongiurare il rischio licenziamenti.

I lavoratori si sono riuniti in assemblea in mattinata, nelle stesse ore in cui i dipendenti di un’altra realtà genovese, l’Ilva di Cornigliano, manifestavano in Prefettura, e hanno annunciato uno sciopero e un presidio dopo l’esito negativo dell’ultimo incontro al Ministero dello Sviluppo Economico, lo scorso giovedì.

A oggi sono 61 i lavoratori genovesi a rischio, 315 in tutta Italia, dopo la decisione della multinazionale svedese di procedere con la procedura di licenziamento collettivo. A nulla è valso il tentativo di conciliazione del ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, come confermato anche dai sindacati: «L'azienda ha ribadito di non voler accedere agli ammortizzatori sociali, perché, dice, gli esuberi sono strutturali e non è previsto un piano di investimento futuro», aveva reso noto la Cgil in una nota.

«L’assenza politica e le continue rassicurazioni dei vertici regionali non hanno portato ai risultati sperati - è la conclusione dei sindacati - Di fronte ai licenziamenti imminenti ci auspichiamo che gli intenti di trovare soluzioni in realtà locali diventi realtà e non solo spot pre elettorali. Questa vertenza assieme a quella dell'esternalizzazione dei call center Wind Tre aumenta la preoccupazione per il futuro dell'hi tech genovese».

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